Avicoltura - L'incubazione si è interrotta per alcune ore: disastro o no? E cosa fare?

Chioccia di Polverara. A volte le galline possono interrompere la cova per alcune ore. Che fare?

Come ogni anno, con l'arrivo della stagione delle nascite emergono problemi relativi all'incubazione. Uno dei più comuni, tanto in caso di incubazione naturale che di incubazione artificiale, è relativo all'interruzione per alcune ore della fornitura di calore alle uova. Può succedere magari che l'incubatrice si sia spenta per alcune ore (black out, spina difettosa, un contatto elettrico, un guasto) o che la chioccia abbia abbandonato il nido per alcune ore (per parassiti, disturbo di altre galline o predatori, eccetera). In questo caso di solito l'allevatore non sa cosa fare ma, soprattutto, teme che la nidiata sia compromessa. Quanto è vera questa affermazione, e come comportarsi in questi casi?

Prima di tutto, cerchiamo sempre di prevenire tali situazioni evitandone le cause. isoliamo la chioccia in una gabbia sicura o in un recinto riparato, facciamo attenzione alla presenza di parassiti come pidocchi pollini e dermanissi, facciamo manutenzione all'incubatrice prima di azionarla, cerchiamo di garantire buone
condizioni ambientali alla macchina. Se tutto questo non bastasse, e succedesse un patatrac, tutto sarebbe perduto?

No, per fortuna no. In questi casi, la debàcle o la riuscita di un' incubata dipende da molti fattori.
Innanzitutto, il primo fattore da considerare per capire se c'è speranza per la nostra covata è la temperatura esterna. D'inverno, col gelo, l'interruzione di una cova naturale per più di un'ora può portare a perdere l'intera covata; in estate, con le alte temperature ambientali, a volte dopo un giorno la covata può essere ancora del tutto recuperabile. Quindi ricordate sempre di tenere le incubatrici (soprattutto quelle NON coibentate) in stanze con temperatura compresa tra 20 e 25°C. In caso di mancanza di corrente, l'ambiente chiuso dell'incubatrice e la temperatura ambientale relativamente elevata concorreranno a ritardare la velocità di abbassamento della temperatura. 
In secondo luogo, ha molta importanza il momento della vita embrionale in cui avviene l'interruzione di calore.  Gli embrioni sono più delicati e facili a morire durante i primi giorni di sviluppo embrionale, oppure durante il momento delicatissimo della schiusa. nei giorni centrali, dal 6° al 15°, l'embrione è abbastanza resistente da sopportare la perdita di calore anche per diverse ore, se la temperatura ambientale non è troppo bassa. Ricordiamoci che il pulcino nel suo accrescersi ha un metabolismo proprio che produce calore. Entro certi limiti, il calore prodotto dal pulcino col suo metabolismo può contrastare il raffreddamento dovuto all'interruzione di fornitura del calore. per cui, se l'interruzione della cova avviene nei primi due giorni di sviluppo embrionale la probabilità di salvare i pulcini sarà più bassa rispetto a quella di un'interruzione avvenuta dopo la prima settimana di cova. 

Con un pizzico di fortuna e di tempestività, l'incubata (naturale o artificiale) non sarà compromessa.

Risulta molto importante ovviamente la tempestività di intervento dell'allevatore. Si deve provvedere immediatamente a fornire una soluzione alternativa - un'altra chioccia, un'altra incubatrice, eccetera) usando nel contempo qualche stratagemma per mantenere calde le uova (borse dell'acqua calda messe vicino alle uova, una lampada riscaldante o qualunque altra cosa vi permetta di aumentarne provvisoriamente la temperatura). 

Infine, ricordate che un'interruzione di alcune ore della fornitura di calore comporta di solito un ritardo di qualche ora (o giorno) dello sviluppo embrionale. Il pulcino nascerà cioè con un certo ritardo, oltre il 21° giorno. Non interrompete l'incubazione delle uova almeno fino al 25° giorno, per precauzione. Inoltre, se l'incubata è stata interrotta per diverse ore, il pulcino potrebbe aver esaurito parte delle proprie energie per aumentare la propria temperatura, e potrebbe avere difficoltà al termine dello sviluppo per uscire dall'uovo. monitorate quindi con maggiore assiduità le uova negli ultimissimi giorni e preparatevi eventualmente ad aiutare eventuali pulcini che avessero difficoltà a forare l'uovo o a schiudere completamente. 

Insomma, alla fin fine possiamo dire che esistono buone possibilità di salvare, almeno in parte, la nostra covata. magari non tutti gli embrioni ce la faranno, ma con un po' di fortuna la maggior parte di essi potrebbe sopravvivere. Stringete i denti e non arrendetevi! In bocca al lupo!

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Il pollaio per tutti, Andrea Mangoni, Vallardi Editore
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2 commenti:

Unknown ha detto...

ciao Andrea, seguo il tuo blog con piacere trovando molte informazioni utili per i miei primi passi con il vecchio pollaio del nonno. A proposito di pause dell'incubazione ti vorrei chiedere che cosa potrebbe succedere nel caso contrario, ovvero che per un certo periodo le uova si trovino ad una temperatura troppo elevata. In particolare oggi ho commesso un errore: pensando di aiutare la mia incubatrice a mantenere la temperatura (come anche suggerito dal manuale) l'ho avvolta con due coperte (sempre lasciando il foro di aerazione libera). Però così facendo la temperatura è aumentata notevolmente. Quando mi sono accorto, circa un'ora/ un'ora e mezza dopo, il termometro segnava 39.2. Ciò vuol dire che in questa ora abbondante la temperatura è passata dai 37.7 ai 39.2. Posso aver "cotto" i miei embrioni? Mi trovo al primo giorno di incubazione. Grazie e buon weekend,

Giorgio

Anonimo ha detto...

Ogni tanto passo su questo blog quando non ricordo qualcosa. Avrei una domanda sulle incubatrici. È la prima volta provo ad incubare artificialmente, e non sapevo che servisse un locale a temperatura vivibile (circa 20 gradi), prima di leggere il manuale d'uso. Pensavo di tenere l'incubatrice in un locale non riscaldato, ma ha praticamente la temperatura esterna, il problema è che ho paura del rischio di incendio. Quanto probabile che possa accadere una cosa del genere?