Una vite di Moscato bianco ottenuta da talea. Foto Andrea Mangoni.

Una vecchia casa abbandonata nella campagna veneziana. Sopra la porta, semidistrutta, una pergola di vite ormai collassata. Una pianta gigantesca, il tronco enorme e vecchio di lato, giovani tralci verdi che si arrampicano attorno agli stipiti. 
Un tempo molte case avevano pergolati di vite sopra le porte, per dare alla famiglia ombra, frescura e - perché no? - anche qualche bel grappolo da portare sulla mansa. Ma perduta la vita familiare, abbandonata la casa, anche la vite finisce con l'essere dimenticata. Eppure...

Una casa abbandonata, una vecchia pergola di vigna disfatta. L'avventura inizia così. Foto Andrea Mangoni.

Eppure a volte vale la pena cercare di recuperare queste vecchie piante. A volte dietro esse si nascondono varietà antiche, dimenticate, magari "fuori moda", ma in grado di
Un pollaio, allegro e colorato,  può rappresentare per il fattore moderno fonte di cibo e ricchezza. Nell'immagine polli di razza Millefiori di Lonigo, esemplari di Luca Rizzini, foto Andrea Mangoni.

Con questo nuovo post affrontiamo un argomento che per questo blog è un vero cavallo di battaglia: la costruzione e la gestione di un pollaio.
Fonte di cibo, il pollaio per il fattore moderno rappresenta anche un investimento capace di ripagarlo in vari modi, dal controllo alle infestanti alla pollina, ottimo concime se ben lavorato. E da sempre è stato così, nelle nostre campagne.

I pollai ad arca mobile sono estremamente pratici e relativamente semplici da realizzare. Foto Andrea Mangoni, pollaio di Gianni e Giuliana Uliana.

Un tempo il pollaio rappresentava tradizionalmente una fonte di ricchezza soprattutto per le massaie, che grazie al commercio e al baratto di uova, pulcini e polli potevano mandare avanti l'economia domestica. Oggi il pollaio
L'antica casa padronale abbandonata. Foto Andrea Mangoni.

Sono in macchina, una strada di campagna stretta tra il mio paese e uno limitrofo, quando a una curva vedo un'enorme casa di contadini, bellissima, antica, abbandonata. Sembra una fortezza che abbia subito un assedio: le imposte aperte, le finestre come orbite vuote, le stanze vuote come spelonche. Sola, ma non del tutto. Di fronte a lei un gigante sembra stare di guardia: è un gigantesco ciliegio. Non ricordo di averne mai visto uno di simile. Il diametro alla base del tronco... quanto? Novanta centimetri? Un metro? I rami più bassi si incurvano e le loro punte svettano a tre metri d'altezza. Già, tre metri per le cime più basse, quasi tutte secche e morte. I rami superiori mostrano segni di gemme vitali.
Da quanto è lì, e soprattutto, fino a quanto rimarrà di guardia alla fortezza? Se passerò tra un mese, tra un anno, tra due... Lo troverò ancora?

Il gigantesco ciliegio. Foto Andrea Mangoni.
Parcheggio, scendo, mi avvicino. Prendo le cesoie, costruisco col ramo di un sanguinello un uncino e riesco a fatica ad abbassare un ramo con delle gemme ancora vive. Riesco a trattenerlo solo per pochi istanti, il tempo di allungare le cesoie ed è già sbalzato verso l'alto. Nelle mie mani restano solo due ramoscelli con poche gemme. Ma forse basteranno. Forse basteranno per fare un innesto, anche se il periodo migliore per innestare il ciliegio è già passato. Forse basteranno per portare anche nella mia campagna quel gigante risoluto. Forse basteranno poche gemme, per impedire che almeno uno dei due vegliardi, testimoni di un tempo antico in cui la campagna era vita, finisca col perdersi per sempre.

Due rametti... basteranno?
Non resta che attendere, per vedere se lo scrigno verde e rosso delle gemme si aprirà dando continuità all'esistenza di quell'immenso custode silente.

Le gemme nell'innesto iniziano a ingrossarsi... incrociamo le dita!

I fossati in campagna, ricchi d'acqua. Foto Andrea Mangoni.

Questo marzo, arrivato dopo un inverno caldo, è un marzo di lavori campestri. Orto, frutteto, pollaio:sembra che nessuno mi voglia lasciare tranquillo in poltrona. Ma è bellissimo lavorare in queste giornate di sole e vento, per quanto alcuni lavori possano essere pesanti. La campagna sta sprigionando tutta la sua bellezza, fatta di cieli tersi, del bianco profumato delle fioriture degli alberi da frutta, del canto dei galli e del verde tenero del grano. E allora, bando alle ciance e al lavoro!

Uno dei galli di Polverara del mio allevamento. Foto Andrea Mangoni.

Questa primavera sembra dedicata agli innesti. Negli scorsi anni sono nati parecchi franchi di ciliegio,e quest'anno ne ho approfittato per innestarvi delle marza di ciliegia bianca, dono di una mia studentessa, e altre di un antico e glorioso ciliegio trovato in un casolare abbandonato della mia zona. In più ho ricevuto da due anziani contadini marze di tre differenti varietà di pero, provenienti da alberi vecchi di un secolo e più. Non vedo l'ora di scoprire se avranno attecchito o meno.

Innesto a spacco di pero, con marze provenienti da una pianta di oltre un secolo di vita. Foto Andrea Mangoni.


In questi giorni una mia corsista, che seguiva il mio corso di Botanica e Giardinaggio, mi ha portato tre piante direttamente dal suo giardino. Due di esse - le vedete qui sotto, ai lati - sono cornioli (Cornus mas), riconoscibili dalla struttura "a croce" dei rami. Si tratta di una pianta
L'orto rappresenta IL caposaldo dell'autosufficienza alimentare.

Secondo appuntamento con questa nuova rubrica, e iniziamo immediatamente a entrare nel vivo della nostra lista. Non credo infatti esista nulla di più importante, per chi mira all'autosufficienza alimentare, di realizzare un orto in grado di fornire mese dopo mese ciò che la nostra tavola richiede.

L'orto ci permetterà di godere di vere primizie per la nostra tavola.

Un buon orto parte con un'attenta progettazione: si analizzano esposizione, pendenza, caratteristiche del terreno, venti dominanti, stagionalità della nostra regione, e da qui si parte a progettare la divisione del terreno in parcelle, le varie tipologie di ortaggi da piantare, le tecniche di coltivazione delle singole specie, le possibili
Fiori di susina Goccia d'Oro. Foto Andrea Mangoni.

Iniziamo oggi una nuova rubrica del blog. Raccoglieremo in singoli post una serie di consigli relativi all'affrontare determinati aspetti della vita in campagna, aspetti legati all'autosufficienza alimentare (e non solo). Oggi iniziamo a parlare di potature e innesti per quel che riguarda gli alberi da frutto.

Entrambe queste pratiche devono essere ben acquisite da qualunque fattore che desideri puntare all'autosufficienza alimentare. Saper potare una pianta in modo da massimizzarne la produzione, o saper innestare un franco nato da seme per ottnere un albero da frutto della varietà desiderata fanno parte di quelle nozioni indispensabili alla vita contadina. La potatura degli alberi da frutto è estremamente importante, come pratica, perché permette di gestire la crescita della pianta ma anche di aumentarne la produttività. L'innesto invece
I contadini di un tempo, in grado di padroneggiare mille abilità.

Tempo fa ho trovato un articolo su The Prairie Homestead, in cui si elencavano le 121 buone doti che un moderno fattore dovrebbe avere. Occorre dire che per "modern homesteading" si intende qualcosa, in lingua anglosassone, che va oltre al nostro concetto comune di fattoria, e che comprende invece tutta una serie di pratiche che portano all'autosufficienza alimentare (e non solo) oltre che alla capacità di sfruttare al massimo l'ambiente naturale, tramite ad esempio caccia e pesca, per permettere la sopravvivenza del proprio nucleo familiare. Molte di queste doti erano un tempo appannaggio comune del sapere contadino, mentre oggi si sono fatte via via più rare. Vale la pena tornare a padroneggiarle? Certo, soprattutto in momenti come questi in cui tanto cercare di tornare ad avere una vita più vicina alla natura quanto riuscire a fare economia e risparmiare sono della massima importanza. Senza contare che l'autosufficienza alimentare non è un traguardo del tutto inarrivabile, se si hanno a disposizione del terreno e il bagaglio di competenze necessario a gestirlo.

Il pollame, fonte di cibo e di altre risorse per il contadino.

Ecco quindi nascere un nuovo appuntamento del blog: in questo post elencheremo le 101 abilità che un fattore moderno dovrebbe avere, abilità che vanno dal saper coltivare la terra all'allevare animali, dal riciclare un oggetto a cucinare il pesce o il bollito. Per ciascun punto