Un lungo silenzio. 
Sono mesi che non scrivo, e ricominciare è sempre difficile. 
Da dove dovrei partire? Forse dall'inizio. Forse da ciò che amo. Non ne sono sicuro.
Proviamoci, comunque.

Un anno lungo e complesso, questo 2017. Cambiamenti, impegni, nuove prospettive lavorative, nuovi ritorni di fiamma, una buona dose di stress e di sfortuna, un pizzico di frustrazione, tonnellate di resilienza, e poco, pochissimo tempo extra.



Continuerò ad allevare polli? Sì, o per lo meno ci proverò. Da quando ho iniziato, questo è stato l'anno più difficile e pieno di intoppi che mi sia capitato di affrontare. Ma in qualche modo ne siamo venuti fuori. Restano tante incognite, tante cose in sospeso, tanti aspetti da migliorare nell'allevamento. Ce la faremo? Di certo ci proveremo. Abbiamo qualche giovane Polverara interessante, un minuscolo gruppo di Boffa, tre tacchini per lavorare sulla livrea lilla. Ah, e delle belle nanette selvagge e indomite da allevare allo stato brado.



Lo scorso anno (e in quelli precedenti) abbiamo fatto fior di innesti. Tante vecchie varietà di alberi da frutto potrebbero iniziare a dare i loro primi frutti, quest'anno. Aspetteremo con ansia i risultati, così come quelli delle varietà orticole di cui abbiamo serbato i semi.

Due vasche-stagno hanno fatto la loro comparsa e il mio interesse per la vita dele acque dolci italiane si è risvegliata. Il prossimo anno tenteremo di coltivare e salvare parte del patrimonio genetico di tante specie animali e vegetali che un tempo abitavano i nostri fossati. E oltre a questo, dopo alcuni anni di stop ho rimesso a nuovo il mio vecchio acquario d'acqua dolce. Un vecchio amico che compie trent'anni e che mi ha tenuto compagnia per lustri, quando mi incolavo alle sue pareti di vetro per osservare la vita che conteneva. Spero di riuscire a trasformarlo di nuovo in uno scrigno di osservazioni ed emozioni. 


Ho incontrato rovine, quest'anno. Rovine fisiche, nel vero senso della parola. Rovine morali e spirituali, tracce di mondi che scompaiono e che mi vedono impotente osservatore della loro disfatta. Resto di fronte ad esse un osservatore che non sembre può riuscire a trovare tempo ed energie per salvarle. Forse quest'anno ha portato proprio questo: la consapevolezza e l'accettazione del limite, e un lento lenire la frustrazione che tale senso di impotenza comporta in me. Ama ciò che hai, dai il massimo, ma non fasciarti la testa per battaglie che non potrai mai vincere. Sappi riconoscere la sconfitta e convivi col fatto che non puoi riuscire a trovare il tempo per tutto.  



Il 2017 è finito, il 2018 inizia. Sono felice del senso di rinnovamento che porta con se questo finire. Sono felice del desiderio che sento di provare e impegnarmi, nuovamente, che sono insite in questo iniziare. 
Sono felice di investire ciò che sono in nuove e vecchie opportunità, di portare a compimento impegni passati, di terminare di scrivere storie che erano state solo abbozzate e a cui non era mai stato concessa una degna conclusione.
Viva la Fine. Viva l'Inizio. 
Buon 2018.