Pochi anni fa lo zio di mia moglie Roberta, che abita in provincia di Mantova, volle regalarci tre pianticelle di pesco da lui riprodotte da seme. Erano figlie di una pianta che da lustri garantiva loro delle ottime pesche a pasta bianca di pezzatura media. Quando finalmente, dopo qualche anno di attesa, si sono visti i frutti, la nostra soddisfazione è stata enorme. BUONISSIMI! Non c'erano altre parole per definirli. Seppur piccini, la loro polpa succosa era la fine del mondo. Giocoforza è stato dunque per me cercare di sapere se si potesse trattare o meno di una varietà tradizionale o meno.
Ho quindi chiesto consiglio al gruppo dei Frutti antichi dei nostri nonni su facebook, dove il gentilissimo Fabio Di Gioia mi ha informato che si tratta di una antica varietà propria di quelle terre, il Pesco Lorenzino.
Il Pesco Lorenzino è una vecchia varietà del 1899 originaria della zona del mantovano. Produce un frutto di pezzatura media, di forma tondeggiante, leggermente allungato e regolare. La buccia è di colore verde chiaro ed in parte ricoperta di rosso. La polpa è biancastra, dolce, succosa, saporita e semi-spicca (ovverosia solo parzialmente aderente al nocciolo, che di conseguenza si toglie facilmente). Matura dalla prima metà d'agosto in poi, regalando in abbondanza i suoi dolci frutti.
Fin qui la descrizione fornitami da Fabio. E devo dire che corrisponde perfettamente alla pianta che mi sono trovato davanti. Aggiungo una cosa: è una delle pesche più buone in assoluto che mi sia capitato di mangiare. La buccia, lievemente pubescente, si toglie con molta facilità. Localmente ben nota seppur non troppo commercializzata, nelle campagne mantovane mi è capitato di vederla riprodurre solo da seme. In questo modo le caratteristiche delle piante figlie potranno in qualche caso variare - anche tra le mie una ha dato frutti non proprio uguali alle altre - ma in generale la varietà si propaga piuttosto bene.
Per non saper nè legger nè scrivere, però, io quest'anno la riprodurrò per innesto. Un prugnolo selvatico ha già ricevuto le prime, preziose gemme, così come un pesco nato da seme, ed altri ne seguiranno... Non sia mai che si perda nella mia campagna questa stupenda varietà!
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9 commenti:
Parecchi anni fa' mi era nato un pesco vicino ad un rubinetto, probabilmente un nocciolo caduto e dopo qualche anno aveva fatto delle belle pesche gialle, ma sopratutto la pianta era abbastaza resistente alla bolla, che qui da me, senza trattamenti, fa' strage di peschi.
ora ho due altre piante fatte da seme, sempre quella varietà, ormai abbastanza vecchie ed ho appena seminato con i frutti di queste.
Spaccando il nocciolo si può seminare già adesso per avere una piccola piantina in autunno e guadagnare tempo... ho 66 anni...
Paolo
la stessa tua impressione l'ho avuta quando assaggiai per la prima volta le "tabacchiera" o platicarpa, in sardegna, erano la fine del mondo! non c'azzeccavano per niente con quelle pesche acide del supermercato.
ma la tua varietà di pesco, non viene puntialmente attaccata dalla bolla?
io dal giardino li ho eliminati gli alberi di pesco perchè non ne potevo più di trattarli e preferirei ottenere frutta senza l'aiuto dei fitofarmaci.
@Paolo: sarà perchè il mio babbo ha 67 anni, ma mi sembra che guadagnar tempo per ora sia affrettato...:)!!!
comunque a quanto pare abbiamo in giardino dei piccoli tesori, se riusciamo a riprodurre queste varietà da seme, e soprattutto se sono resistenti alle malattie!!
@Carlo: verissimo, anche le platicarpa sono ottime. tra l'altro credo che pure quelle si possano riprodurre da seme, e che siano molto resistenti alle malattie.
le mie pesche finora hanno avuto bisogno di interventi molto contenuti, hanno preso la bolla ma in verità abbastanza limitatamente. Una delle tre piante è in piena campagna, lungo la riva di un fossato, ed oltre a non aver mai fatto alcun trattamento, ad esser stata tagliata raso terra più volte, da piccola, ed esser sempre ricresciuta, si è ammalata pochissimo di bolla.
Confermo sulla bontà di quelle piccole pesche,sono le più dolci mai assaggiate,un mio vicino possiede una pianta e ho la possibilità di avere qualche frutto.
Paolo afferma che si può seminare spaccando il nocciolo,ma in quanto tempo si avranno i primi frutti e quante sono le possibilità di attecchire?Ciao.
ciao, i miei peschi hanno impiegato circa 4 anni per arrivare a far frutto; non so dirti però come funzioni col discorso del rompere preventivamente i gusci dei noccioli. Comunque sia, questa primavera col mirabolano ho ottenuto 4 pianticelle nate su 4, senza dover far nulla di particolare se non mantenere leggermente umido il terreno.
Lavorare la terra implca necessariamente saper pensasre in prospettiva, una dote peziosa di questi tempi, tempi nei quali anche chi governa lo stato sembra esserne sprovvisto. Quanti cavoli mi servono quest' inverno per non dover andare al supermercato a comprarne? Quanti dovrò spartirne con le cavolaie? Con gli alberi il pensiero vola ancora più lontano. A volte si pianta una quercia per far ombra a chi verrà tra trent'anni. Bello. Lunga vita ai tuoi peschi Andrea.
grazie mille, Vera. Non sai quanto hai ragione.
E per la cronaca, sei stata profetessa: in settembre inizierò il trapianto di una giovane quercia. Proprio perchè possa dare ombra e serenità a mio figlio, che ora ha 4 mesi. E se non ci vorranno 30 anni... beh, non credo che ci arriveremo troppo lontani.
250 porri, 12 broccoli 12 cavoli capucci verdi e bianchi, 12 rossi, 12 cavolfiori, le verze, radicchio trevigiano e di Chioggia... Entro metà settembre bisogna seminare gli spinaci... E in tanto si fanno barattoli di pomodori pelati, peperoni in agrodolce...
Tutti i bimbi dovrebbero avere il loro albero, in modo che uno guardi crescere l'altro, nume tutelare arboreo per il bimbo e umano per l'albero.
Una carezza al tuo piccolo.
ciao Vera, grazie mille! il cucciolo ricambia virtualmente con un sorriso.
Caspita, che raccolto! Anche noi stiamo facendo conservaa tutto spiano. e le insalate ed i radicchi crescono...
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