
Il paese in cui vivo, Camponogara, non ha avuto, in passato, razze ben precise o altre forme di allevamento note e “codificate”. Insomma, nulla che faccia sospettare la presenza di animali molto differenti da quelli che potevano essere trovati nel resto della provincia.

- Le oche: la razza probabilmente più diffusa era la Pezzata Veneta, a volte forse incrociata con la Padovana.
- Le faraone non erano troppo diffuse; gli animali allevati in genere appartenevano alla colorazione comune.
Le anatre: erano diffuse in allevamento soprattutto due tipi di anatra. La prima era l'anatra muta o di Barberia, che specie nella colorazione pezzata riscuoteva sempre un grosso successo, grazie alle sue eccellenti doti di produzione di carne e uova. Ad esse erano di solito accostati i germani reali ed alcuni loro ibridi, estremamente apprezzati (nonostante la piccola mole) per la bontà delle carni. In particolar modo si potevano trovare tra i maschi molti esemplari quasi neri; le femmine invece mantenevano la colorazione ancestrale. Sono ancora presenti sul territorio ceppi di anatra muta autoctona, con magnifiche caruncole lisce e nere.
- I tacchini appartenevano di norma a ceppi molto leggeri, paragonabili per taglia e caratteristiche ai tacchini bronzati dei colli euganei. In qualche casa di contadini è ancora possibile reperire capi di colorazione grigio-rossastra, sempre di taglia medio piccola, di origine incerta. Le tacchine erano, come in tante altre parti d'Italia, ampiamente utilizzate per la cova delle uova di gallina.
Venendo ai polli, erano diffuse diverse tipologie di animali. Erano ovviamente presenti polli autoctoni di tipo mediterraneo, a tarsi gialli, cresta semplice (ripiegata nelle femmine) e orecchioni bianchi. Si mostravano alti sui tarsi e con code piuttosto rilevate, molto diversi dall'Italiana Comune Locale tanto propagandata al giorno d'oggi! Erano diffuse numerose colorazioni: bianca, frumento o collo oro, millefiori. Molto apprezzate erano le galline appartenenti alla razza Cuccola, già citata da Mazzon, chiamate qui cenere o capparola e caratterizzate dalla bella colorazione sparviero. Erano inoltre diffusi diversi capi nani, comunemente noti come chichinei e caratterizzati oltre che dalle piccole dimensioni da un'elevata selvaticità ed indipendenza, e da un'ottima attitudine alla cova. Questo le accumunava certamente ad un altra tipologia di gallina, la pepoleta, gallina nana già descritta da Mazzon e utilizzata principalmente come chioccia, spesso dopo averla fatta ubriacare con pane e vino qualora fosse risultata recalcitrante.

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Bibliografia
Mazzon, I. (1932). Pollicoltura Padovana. Soc. Coop. Tipografica, Padova.
Mazzon, I. (1934). Pollicoltura Padovana. Storia monografia delle razze padovane. Tip. Antoniana, Padova.
Rocco, L. (2009). Vie di terra, d'acqua, di ferro e d'aria. Racconti e immagini di Camponogara. Coop. Il Plaustro, Prozzolo.
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4 commenti:
bello..... complimenti. Silvano
..Grazie Silvano!
Ottima ricerca .-
Sarei interessato a tacchini di razze rustiche e alle anatre mute ancestrali con le coruncole nere .- Grazie
ciao e grazie! per le anatremute ti potrei aiutare direttamente io, ho ancora almeno un maschio e due femmine disponibili; per i tacchini potre metterti in contatto con un allevatore di bronzati dei lessini a pelle gialla.se vuoi, contattami direttamente a info@oryctes.com così ci mettiamo daccordo.
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