L'anno scorso ho parlato di una specie di lepidotteri davvero bellissima, la pavonia minore italiana (Saturnia pavoniella). Vi avevo raccontato di come, tra l'altro, l'amico Marco Uliana mi avesse fornito una decina di bozzoli di questa specie. Questi ultimi, protetti da una gabbietta di rete metallica, hanno trascorso l'invenro in terrazzo, godendo dei cambiamenti climatici in maniera naturale ma nel contempo protetti dai predatori.
Ebbene, nei giorni scorsi i primi bozzoli si sono finalmente schiusi! Le prime a vedere la luce sono state due belle femmine, dalla delicata livrea grigia, marrone e rosea, decorata da grandi occelli vistosi. I due animali sono stati sistemati in una gabbietta e quindi lasciati tra i rami degli ulivi di fronte a casa. Il perchè è presto detto: la speranza era quella che le due femmine potessero richiamare, grazie ai loro feromoni, eventuali maschi selvatici presenti nei dintorni. La gabbietta metallica da un lato permette agli insetti di emanare i propri effluvi amorosi e persino di accoppiarsi, e dall'altro li protegge dalle poco invidiabili "attenzioni" dei numerosi merli del vicinato.
Dopo un giorno di nulla assoluto, il primo maschio giunge all'orizzonte nel pomeriggio dell'altro ieri!! E' stato davvero emozionante veder arrivare un esemplare selvatico, dal volo simile a quello di una grande Vanessa, perchè francamente non speravo ne esistessero ancora da queste parti. E' vero che possono però essere attirati dagli effluvi femminili anche da diversi chilometri di distanza, se il vento è favorevole! Comunque sia, mi ero premunito liberando in giardino anche un maschio, fratello delle femmine e schiuso la mattina stessa.
Il risultato? Un disastro!! Il maschio di allevamento sparito in pochi minuti, veleggiato via verso altri lidi. Ogni tanto tornava alla carica, cercando di individuare le femmine ma senza riuscirci... e qui mi viene un'osservazione. Qualcuno ha detto, parlando di alcune falene, che da giovani sono degli apparati digerenti con le gambe (i bruchi) e da adulti sono degli apparati riproduttori con le ali. E a mio avviso aveva perfettamente ragione: se l'evoluzione avesse lasciato ai maschi qualche senso ben funzionante in più, oltre all'odorato (che so... la vista?), magari non sarebbero arrivati a dieci centimetri dalle femmine per poi girarsi ed andar via.
Il maschio selvatico invece è arrivato abbastanza vicino alle femmine da riuscire quasi ad accoppiavicisi... Quasi, appunto. Era vecchio, allo stremo delle forze, ed i suoi tentativi di copula sono stati vanificati dalle femmine che si lasciavano cadere al minimo contatto. Lui ha provato, provato e riprovato.... nulla. Alla fine è morto di stanchezza, stremato dagli sforzi amorosi.
Per fortuna ieri, dai bozzoli, è emerso un altro maschietto. Stavolta non ho voluto rischiare troppo: Tenuto con una delle femmine in una gabbietta, dopo qualche inseguimento è riuscito a "placcarla" a terra con una mossa degna di wrtestler americano e ad accoppiarsi con essa. Il buon esito dell'accoppiamento è stato sugellato la sera stessa: la donzella ha iniziato a deporre decine di uova. Il maschio nel frattempo è stato liberato, in maniera che possa eventualmente cercare di fecondare altre femmine. Stamattina, infine, ha visto la luce un'altra coppia di insetti. Questi saranno lasciati senza problemi in gabbia, fino a copula avvenuta; quindi anche stavolta il maschio sarà liberato, e la femmina trattenuta quel tanto che basta per ottenere una deposizione in sicurezza.
Gli altri adulti che avessero a nascere, così come le uova in eccesso, saranno liberati in natura: in parte lungo la siepe della mia campagna, in parte invece in un'ara abbandonata infestata di rovi, una delle piante nutrici di questa bellissima specie. Un piccolo gruppo di uova, invece, verrà fatto schiudere in cattività ed i bruchi liberati su di un albero da frutto, protetto da una coltre di tulle fine, per avere la certezza che almeno qualcuno di loro possa arrivare allo stadio di pupa: questi animali hanno infatti numerosi predatori, dalle formiche agli imenotteri parassiti, per non parlare di molti piccoli vertebrati. Continuerà quindi così il piccolo progetto di costituire una nuova colonia di questi bellissimi insetti nelle mie terre, per renderle ancora più ricche di vita e per proteggere, con un gesto piccolissimo ma molto concreto, la biodiversità di quest'angolo di pianura veneta.
2 commenti:
Ho letto il tuo racconto , bellissimo , il tuo interesse per la natura è encomiabile ti ringrazio a nome di un futuro migliore possibile, grazie a perone sensibili come TE. Nadia Bossi.
Ciao Nadia,
ti ringrazio di cuore. Spero di poter continuare sempre a parlare di biodiversità, delle bellezze di quanto di minuscolo ci circonda e di alcune cose che diamo per scontate e che invece non lo sono... e spero di poter continuare a farlo in maniera comprensibile e non indigesta. ciao!
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