Il giardino naturale: i caki, ovverosia quando l'autunno si tinge d'arancio.

I bellissimi frutti dell'albero di cachi. Foto di Andrea Mangoni.
Passeggiando lungo le strade di tante zone rurali della nostra provincia, tra ottobre e novembre, si può restare letteralmente incantati ad osservare gli alberi di cachi, ricchi e quasi opulenti di tondeggianti frutti arancioni. Sembrano dei monumentali alberi di Natale, iniziati ad addobbare con troppe settimane d'anticipo ed improvvisamenti abbandonati a sè stessi a metà dell'opera. Spesso questi monumenti all'abbondanza sono accompagnati da un coro vivace di uccelli estremamente lieti: merli, tordi e storni infatti vanno pazzi per questi grandi frutti, quando sono maturi, e spesso li svuotano letteralmente della polpa, a volte lasciando attaccato al picciolo solo uno scampolo arancio di buccia.
I cachi (Diospyros kaki) sono un frutto proveniente dalla Cina, e appartenente alla famiglia delle Ebenacee; giunto in Europa verso la metà dell'ottocento, era comunque già stata diffusa in Giappone, dove godeva di grande popolarità, tanto da farlo diventare elemento di favole e racconti popolari come la storia della guerra tra il granchio e la scimmia. Presenta numerose cultivar, che si distinguono per le qualità dei frutti al momento della raccolta. La coltivazione è semplice su qualunque terreno, e la pianta non necessita di alcun intervento antiparassitario, sebbene al momento dell'impianto risulti sensibile alla presenza di nematodi nel terreno. Le varie cultivar si propagano per innesto a corona o a spacco. I frutti acerbi sono terribilmente astringenti e se mangiati danno la sensazione di avere "la bocca legata"; per accellerare la loro maturazione si possono porre vicino a delle mele, che rilasciando etilene ne accelerano il processo di ammezzimento. I frutti, divenuti eduli per supermaturazione, sono una vera miniera: sono infatti ricchi di vitamina C, betacarotene, potassio, zuccheri; a questo stadio sono lassativi, non più astringenti. Sono alberi che dovrebbero trovar posto in qualunque frutteto annesso ad allevamenti biologici di avicoli, in quanto forniscono eccellente ombra in estate ed ottimi frutti in inverno per i nostri amici volatili; allo stesso modo possono essere impiegati agevolmente nel birdgardening come punto d'attrazione per i piccoli uccelli nella cattiva stagione. In entrambi i casi potete provare a piantare, vicino all'albero di cachi, qualche cespuglio di ribes rosso, che offrirà la propria frutta in estate.
Un albero di cachi. Foto di Andrea Mangoni.
I cachi mi hanno sempre dato l'idea di una pianta "povera", propria delle famiglie di contadini... Per questo forse fatico a riconoscerli quando, corredati di prezzi elevati, li vedo nei negozi di frutta e verdura. Ricordo sempre i racconti dei miei zii su questi frutti e di come rappresentassero per loro - ragazzi nell'immediato dopo gerra - un autentico tesoro stagionale. Quando i frutti iniziavano ad ingiallire il nonno li raccoglieva, prima che gli uccelli ne facessero scempio, e li distribuiva a loro in parti uguali: certo non erano tutti allo stesso stadio di maturazione, per cui ognuno ne riceveva (in maniera più o meno uguale) tanto di maturi quanto di ancora acerbi. Ognuno li nascondeva in un luogo segreto, dove poterli conservare e farli maturare con calma... Ma c'era sempre un fratello più scaltro che seguiva l'altro per scoprire dove fosse il suo "tesoro", e giocargli così un tiro mancino. Infatti, scoperta l'ubicazione dei cachi, sostituiva i frutti maturi del fratello con i propri ancora acerbi; ed ecco che lo sfortunato si ritrovava a lamentarsi:"Mi pare impossibile che i miei cachi non maturino mai!". Ma la punizione era in agguato: infatti l'altro, troppo impaziente per aspettare che i frutti fossero completamente maturi, e li mangiava quando ancora erano in parte acerbi... Potete immaginare il mal di pancia? E così, alla fine, l'ingordigia che aveva aguzzato l'ingegno diventava causa di mali peggiori!
Io, lo devo ammettere, non impazzisco per i cachi freschi. E' probabilmente la consistenza della loro polpa, ad impedire che rientrino nel novero dei miei frutti preferiti. E' per questo, quindi, che voglio piantare, il prossimo anno, un alberello di cachi mela, o pomi cachi, come vengono chiamati da noi: si tratta di una varietà che ha una polpa dalla consistenza e croccantezza simili a quella della mela ma col gusto appunto del cachi, non astringenti alla raccolta, e con cui per di più si possono preparare deliziose torte proprio come si farebbe con le mele vere. Insomma una pianta dalle mille risorse, non ultima la grande bellezza che la rende un faro di colore in una stagione come questa che ne avrebbe davvero sempre bisogno.
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4 commenti:

equipaje ha detto...

Buondì! Vedo un caco bellissimo ogni giorno in autostrada andando a lavorare, tra sonno e frenate rischio la vita ogni mattina :)
Anche a me affascinano i cachi, sono insieme opulenti ed essenziali. Mi sarebbe anche piaciuto scriverci un post ma: non ci sono più cachi nelle vicinanze da fotografare. Giuro. Per trovarne uno occorre far chilometri. Ed è esattamente come dici tu: è considerata una pianta "povera" e qui nel basso varesotto, da vari decenni, ci tengono molto alle villette con pratino inglese, camelia, araucaria. I cachi poi, orrore, sporcano. O attirano uccelli che, doppio orrore, sporcano pure loro.
Inutile dire che anche qui da me in giardino un caco c'era (ho nettissimi ricordi infantili di "bocca legata") ma poi, appunto, ha vinto la visione asettica del giardino ed è stato epurato, insieme ad un mucchio di altre cose. (Prima o poi la devo un po' scrivere la storia di questo mio giardino: se solo riuscissi a non incavolarmi ogni volta). Grazie dunque per questo post, e scusa la lunghezza del commento.

Gio ha detto...

Ciao Andrea,
i tuoi post sono sempre interessantissimi e li leggo sempre con piacere. :)
Avevo postato anche io, qualche giorno fa, riguardo alla mia pianta di Kaki, è proprio vero sembra un albero di Natale, è una pianta che sicuramente mette allegria in qualsiasi giardino, specie in questa stagione. Ti dirò.... i più allegri sono i tacchini che non vedono l'ora che qualche frutto si stacchi. :)))
Ciao a presto.

Andrea Mangoni ha detto...

cara Equipaje, grazie a te per il commento! Scrivila, la storia del giardino, scrivila. E se vuoi una manciata di semi di caco per tornare a farlo insozzare con gioia dagli uccelletti... ;-)!
Ciao Gio, sì, anche i miei polli sono quelli che ne usufruiscono di più! I miei 4 pulcinotti in crescita si stanno sorbendo almeno 2 frutti al giorno, e pare che diano ottimi risultati.
Ciao!

Gio ha detto...

Insomma, da quello che vedo, sento e leggo, questi Kaki sono veramente degli ottimi integratori! :D