Passeggiare tra le viuzzole dell'Orto Botanico di Padova, il più antico orto botanico universitario ancora esistente, è come fare un piccolo viaggio nello spazio e nel tempo. Essenze esotiche si affiancano a umili pianticelle autoctone, fiori sgargianti baluginano tra grovigli di spine, grappoli di bacche dai colori inverosimili si affiancano a statue antiche. Camminare nel nucleo centrale, passando dalle vecchie porte, e ritrovarsi tra aiuole fiorite e vasche dalla perfetta geometria è come tornare nel vecchio hortus conclusus di un monastero medievale. Gruppi di piante aromatiche, ninfee, piante da frutto, tutti disposti in rigide simmetrie, si rifugiano sotto l'egida del vecchio albero di gingko, che in autunno somiglia ad una cascata di ventagli dorati, o sotto quella dell'imponente palma di Goethe; la rotonda nascosta tra tassi e bambù sembra una piccola stanza verde, pronta a d accogliere una coppia di sposi, e nelle serre delicati ficus ed imponenti monstere costruiscono pareti enormi e palpitanti di vita. Metto qui qualche immagine scattata lo scorso mese tra i suoi viali; merita assolutamente una visita anche in stagioni, come l'autunno e l'inverno, che certo non brillano per l'abbondanza di fioriture e rigogliosità. Per ogni informazione, questo è il sito dell'Orto Botanico.
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