Recensioni - La fattoria biologica. Agricoltura secondo natura. Di Masanobu Fukuoka

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La natura non è morta. Essa vive e cresce. Tutto ciò che l'uomo deve fare è convogliare queste immense forze nascoste nella produzione [...]. Purtroppo, invece che usare questo enorme potere, la gente ha deciso di distruggerlo.
Masanobu Fukuoka

Immagina. 
Immagina che le piante del tuo giardino producano frutta senza che tu faccia nulla per loro. Senza potature, senza attenzioni, senza nulla.
Immagina di coltivare un campo senza arare, o un orto senza sarchiare. 
Ora guardati indietro, e scoprirai che qualcuno ha già provato ad ottenere tutto questo. Si chiamava Masanobu Fukuoka, e vi ho già parlato di lui in passato, qualche anno fa, quando se ne è andato alla verde età di 95 anni. Si trattava di un uomo che ha cercato per tutta la sua vita non di piegare la Natura ma di piegarsi ALLA Natura, nel suo nativo Giappone. 
Il titolo di questo libro è, in effetti, fuorviante. Fuokuoka col metodo di coltivazione biologica aveva poco a che vedere, il suo approccio era molto più radicale. Si poneva infatti di fronte alla Natura con lo sguardo più di un fedele (in senso religioso) che di un agricoltore.
Qual'era la sua filosofia di base? L'idea di partenza era quella di osservare come
crescessero le piante in natura, e di quali elementi ne influenzassero lo sviluppo. Il suo sguardo non era solo quello del naturalista e dell'agricoltore, ma anche quello del microbiologo; la sua attenzione andava quindi anche ai microorganismi che rendono il suolo fertile. Le sue conclusioni furono molto semplici: ogni tipo di coltivazione del terreno può diventare col tempo superflua, se si affida alla natura (e a metodi non in contrasto col suo operato) la crescita delle piante di nostro interesse. In particolar modo, visto che le i microorganismi che regolano la fertilità del suolo vengono meno con le continue lavorazioni dello strato superficiale del terreno, egli adottò un approccio basato su quattro punti base:

  1. Non coltivare: l'aratura uccide i microorganismi del suolo, e le piante da sempre riescono a germinare anche senza che il terreno sia arato. Avete mai visto qualcuno che ari un prato spontaneo? I semi vengono sparsi sul terreno inglobati e mescolati ad argilla e compost che ne garantiscono una protezione nei confronti dei predatori.
  2. Non fertilizzare: la fertilizzazione chimica distrugge gli equilibri microbiologici del suolo. A terrenobasta che sia resa sufficiente materia organica per ripristinare quella perduta. Questo si ottiene con la pacciamatura e con l'interrare residui vegetali.
  3. Non sarchiare: le piante indesiderate possono essere tenute sotto controllo dalla pacciamatura con paglia oppure con una pacciamatura vivenet di trifoglio ed erba medica.
  4. Non usare pesticidi: in un ambiente strutturato in maniera da avvicinarsi ad un bosco o ad una prateria spontanea, esisteranno sempre sufficienti predatori per controllare in maniera significativa le popolazioni di parassiti che possono infestare le piante coltivate.

Potete immaginare come questo modo di avvicinarsi all'agricoltura venne visto con assoluta diffidenza, se non con aperta ostilità. Eppure negli anni il metodo Fukuoka dette risultati incredibili, tanto che i campi di cereali di Fukuoka stesso, coltivati secondo i suoi più rigidi dettami, risultarono produttivi tanto quanto quelli coltivati in maniera tradizionale, e in certi casi anche di più. Inoltre, l'intuizione di Fukuoka permise di attuare progetti di rimboschimento in aree siccitose o in cui progrediva la desertificazione.
Allo stesso tempo c'è da dire che Fuokuoka si specializzò su riso e orzo, e che ebbe la fortuna di vivere in un'area del Giappone dal clima straordinariamente favorevole a queste colture. Alcune delle specie da lui utilizzate, poi, sono decisamente da considerarsi alloctone pericolose nel nostro Paese: penso all'idea di piantare l'acacia nera (Acacia melanoxylon) per migliorare il terreno dei frutteti e delle nostre montagne  quando prive di vegetazione. Il volume racchiude una summa poi della filosofia di Fukuoka, non a caso chiamato il Lao Tzu dell'agricoltura moderna. Eppure il libro offre spunti interessanti di interesse, e permette di comprendere una serie di principi basilari che si troveranno poi alla base delle teorie dell'australiano Mollison o dell'agricoltura sinergica di Emilia Hazelip, probabilmente più facilmente applicabili nei nostri climi e negli ambienti della nostra penisola. Un volume insomma che può rappresentare una gemma preziosa per chi desidera cercare nuove vie per ritrovare un'armonia tra natura, essere umano ed alimentazione, a patto sempre di non prenderlo semplicemente alla lettera ma di studiarne un'applicazione appropriata in base alla propria località d'appartenenza.

Masanobu Fukuoka
La fattoria biologica
Agricoltura secondo natura
320 pagine - Edizioni Mediterranee

Il volume si presenta come un testo arricchito di schemi e disegni in bianco e nero. All'interno si trova un inserto centrale con foto a colori di alcune coltivazioni basate sull'"agricoltura della non azione" in giro per il mondo. Fukuoka visitò anche l'Italia, dove tenne delle lezioni sul suo metodo; troverete il link ad una pubblicazione in merito qui sotto.

Se il metodo Fukuoka vi ha incuriosito, vi invito a provare ad affrontare la lettura di un topic apparso nella sezione "Orticoltura" del forum di Agraria.org, intitolato "Orto con metodo Fukuoka, discussione PRATICA". Sono la bellezza di 86 pagine e oltre 850 messaggi, ma vi si trovano spunti estremamente interessanti.

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