Come diceva Pieraccioni ne "Il Ciclone", nei paesi piccoli si sa come vanno le cose: si fa presto a diventare, volenti o nolenti, dei... personaggi. Per cui non c'era nulla di strano se nella mia via non pochi sapessero della mia passione per gli animali, e finissero per chiamarmi per risolvere i dubbi più strani, da chi fosse lo strano tipo di sgorbio plurigambuto che minacciava la vasca da bagno a come depipistrellare una terrazza.
Così non mi stupii più di tanto quando, oramai molti anni fa, la figlia di una vicina suonò al cancello di casa mia con in mano un grosso bozzolo di seta bruna, durissimo, staccato a fatica dal rientro di un gradino esterno. Riconobbi immediatamente nell'occupante di quel letto sericeo una crisalide di pavonia minore italiana (Saturnia pavoniella), anche se all'epoca non seppi distinguerne il sesso. La misi in un vaso di vetro col fondo ricoperto di sabbia, lo tenni all'aperto, soot il portico di casa, e poi, un bel giorno di primavera, ecco lì ad attendermi una grossa falena grigia, con un vistoso occhio dipinto su ogni ala.
La pavonia minore italiana è stata solo recentemente riconosciuta come specie separata dalla pavonia minore diffusa in Europa. Huemer & Nässig, nel 2003, basandosi su un lavoro del 200o di Jost, hanno sancito ufficialmente il "distacco" di Saturnia pavoniella e Saturnia pavonia basandosi su differenze di colorazione, della forma dei genitali e sull'infertilità degli incroci F1 di prima generazione tra individui delle due specie.
Queste farfalle mostrano uno spiccato dimorfismo sessuale: le femmine, dall'apertura alare di circa 6-7cm, hanno ali la cui tonalità di base è il grigio; i maschi, sensibilmente più piccoli, hanno ali anteriori sui toni del marrone, ed ali posteriori vivacemente colorate di ocra-arancio. Inoltre, essi possiedono un addome più sottile e grandi antenne piumate. Quando, nei mesi primaverili, gli esemplari adulti abbandonano i propri bozzoli ed escono finalemente all'aria, i maschi iniziano a ricercare attivamente le femmine, guidati dai feromoni che esse rilasciano in abbondanza; per gli allevatori questa è una vera manna, perchè spesso, disponendo di una sola femmina lasciata in una gabbietta all'aperto, si possono ottenere decine di maschi in poche ore. Al termine dell'accoppiamento, che dura parecchie ore, la femmina depone gruppi di uova scure sui rametti delle piante nutrici: rovo, biancospino, pruno, salice e quercia rientrano tutti nello speciale menù di questa specie polifaga. Le uova schiudono entro due settimane, ed i piccoli bruchi scuri, adorni di peli sottili, vivono in gruppo durante i primi stadi di vita; crescendo essi cambiano librea, virandola al verde chiaro con tubercoli gialli che portano lunghi peli sottili. Se disturbati, assumono una tipica posizione arrotolata. In cattività il loro allevamento è abbastanza semplice, ma impegnativo: giunti al termine dello sviluppo, infatti, richiedono grandi quantità di cibo fresco. All'inizio dell'estate il loro sviluppo è completo e cercano un luogo sicuro dove impuparsi (tra i rami, nel muschio o attaccati alle pietre); lì, al sicuro nel proprio bozzolo, attenderanno la primavera successiva per dar vita ad una nuova generazione di pavonie.
Purtroppo, da anni non vedo più questa specie nella mia campagna; ma forse potrò avere quest'anno da un caro amico, il dott. Marco Uliana, che abita in un paese a pochi chilometri da Camponogara, alcuni bozzoli del ceppo locale di pavonia minore; in questo modo spero, il prossimo anno, di poter reintrodurre in alcune aree questi bellissimi insetti. Ho già individuato un paio di luoghi adatti: uno è un'area abbandonata invasa dai rovi, l'altro è - ovviamente - una zona delle mie rive. Non mi resta che attendere, per riportare ancora questi bellissimi animali a volare liberi lungo le siepi della nostra campagna.
2 commenti:
Wonderful record of this work of nature :)
How are you my friend?
Greetings...
HI!!
How are you? I'm a little busy, but I'm fine. See you on Facebook!!
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