Oggi vi voglio proporre un video davvero interessante, realizzato da DjSandoors, sulla costruzione di un pollaio a partire da materiale riciclato. Certo, occorrono una certa dose di abilità e qualche strumento in più rispetto a quelli che usualmente ci ritroviamo in garage, ma questo video è uno dei pochi che ho trovato (nella marea di filmati sulla costruzione di un pollaio) ad avere dei risvolti pratici interessanti, ovverosia uno dei pochi che possa essere realmente utile per l'hobbista. 

Sandor ha realizzato il suo pollaio in 27 ore, usando solo materiali riciclati. le sue spese sono state limitate a circa 65 US$, ovverosia circa 48,3 €! Considerato il risultato finito, direi che è notevolissimo: le sue 5 Orpington hanno di che star contente. Unico appunto, una finestra di dimensioni maggiori avrebbe garantito un'assai migliore illuminazione, e si sa che la luce è importantissima per i polli.
Vi lascio al video, per gli altri filmati di Sandor ecco il suo canale youtube:


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E' USCITO "IL POLLAIO PER TUTTI", IL NUOVO LIBRO DI ANDREA MANGONI!
Il pollaio per tutti, Andrea Mangoni, Vallardi Editore
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COSTRUIRE POLLAI: LIBRI IN INGLESE

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Il modello di produzione proposto da A. Ford. Fonte: WIRED

Quando le ho viste, sul sito di Wired, mi sono seriamente chiesto se si trattasse di uno scherzo oppure se fosse l'incubo materializzato di un appassionato un po' folle della saga di Matrix

E invece no, pare sia vero: Andrè Ford, sudente di architettura, ha proposto uno scioccante sistema di allevamento dei polli in verticale, in strutture degne di un film di fantascenza, dove ogni animale è imbragato ed intubato per massimizzarne l'alimentazione, la somministrazione di farmaci, la raccolta delle deiezioni. Ma come ottenere la "collaborazione" dell'animale a questo infame e perverso sistema di esistenza? Semplice: rimuovendone la corteccia cerebrale. 

Si, lo so, pare assurdo... ma avete capito bene. 

Secondo Ford, rimuovendo la corteccia cerebrale dei
Carissimi amici, a seguito di alcune richieste e visto che gli impegni lavorativi mi impediscono di collegarmi spesso a Skype, ho pensato di fissare periodicamente una data in cui essere disponibile per fare una chiacchierata, per una mini-consulenza o per quello che meglio credete. Prossimo appuntamento, MERCOLEDI' 15/2/2012 alle ORE 11.00 (il mio conttatto, andrea.mangoni). Se avete richieste particolari (tematiche, orari, ecc...) contattatemi prima via mail a info@oryctes.com. A Mercoledì, quindi!
Cereali antichi in convegno. Foto Andrea Mangoni.

Si terrà a Mestre, presso il Palaflip (Via S. Donà 195/C), sabato 18 febbraio 2012, il convegno "Progetto Filiera Corta dei Cereali Antichi", volto a illustrare il risultato di 3 anni di sperimentazione nella coltivazione di farro monococco e  frumento tenero delle varietà antiche "Canove" e "Piave". Il convegno, organizzato dalla A.Ve.Pro.Bi., Provincia di venezia e Semi Rurali,  fa parte di un tris di eventi che si concluderà a Vicenza il 17 marzo con il convegno "Cereali antichi e selezione partecipativa. Un'agricoltura rispettosa della biodiversità". Per maggiori informazioni, 


Di seguito il programma della giornata di sabato 18 febbraio.


A partire dal 1995, per 13 numeri, l'Associazione “Pro Avibus Nostris”, legata all'allora Istituto San Benedetto da Norcia e alla figura del prof. Gabriele Baldan, pubblicò un bollettino bimestrale ricco di informazioni sull'andamento del progetto e sulle pratiche avicole. A questi bollettini contribuì attivamente il prof. Carlo Lodovico Fracanzani, con articoli sulla storia dell'avicoltura padovana, sulle tradizioni contadine, sull'allevamento e sulla gestione degli animali.
In occasione della scomparsa del prof. Fracanzani, ho creduto opportuno raccogliere questi suoi scritti, grazie al permesso del prof. Gabriele Baldan, in un unico e-book per permetterne la conservazione e la massima diffusione tra gli appassionati di avicoltura. Questo volumetto è un piccolo ma doveroso omaggio alla figura del prof. Fracanzani, cui personalmente devo molto in termini di nozioni e di erudizione avicola. Con immenso affetto ecco quindi in queste pagine l'esperienza di quest'uomo che ha contribuito a fare la storia dell'Avicoltura italiana e che ne è stato probabilmente l'ultima memoria storica. Un sentito grazie dunque a lui, ovunque sia, e alla generosità con cui ha sempre voluto condividere con gli appassionati di Avicoltura le sue conoscenze. 
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Il volume di circa 44 pagine pesa 39 Mb ed è ospitato nella piattaforma di Lulu.com. Non verrà fatto oggetto di lucro da parte nostra in alcun modo, ma viene pubblicato come omaggio al prof. Fracanzani e alla sua opera. In quanto composto dai testi originali del prof. Fracanzani e dalle mie immagini, è di libero scambio e fruizione a patto di non esser modificato nè utilizzato per fini commerciali.


Il Prof. Carlo Lodovico Fracanzani, nel suo amato studio. Foto Andrea Mangoni.
Se ne è andato piano come il battito lieve delle ali di una farfalla, due settimane fa. Il 22 gennaio il Professor Carlo Lodovico Fracanzani, ultima memoria storica dell'Avicoltura italiana, ci ha lasciati così, passando dal sonno alla morte, in punta di piedi. Aveva da poco compiuto 90 anni.

Nelle mie ricerche storiche sulle razze avicole del padovano, mi era stato impossibile ignorare il nome del prof. Carlo Lodovico Fracanzani. Aveva lavorato presso il Pollaio Provinciale di Padova, poi presso l'Osservatorio Avicolo "Ugo Meloni", e alla chiusura di questo continuò ad insegnare anche all'Istituto San Benedetto da Norcia che sorse al suo posto, divenendo tramite reale e concretissimo tra il passato dell'Avicoltura padovana ed il futuro della stessa.
Chioccia ibrida con pulcini. Foto Andrea Mangoni.
Negli ultimi tempi ho ricevuto diverse domande nei commenti di alcuni post di carattere avicolo, così ne approfitto per dare pubblica risposta ai vostri quesiti, visto che possono essere d'interesse generale. Andiamo subito a vedere da dove partire.
  • Quante uova deve deporre una gallina, prima che queste siano feconde? Dopo l'accoppiamento con un gallo, la gallina può deporre uova feconde a partire già dal secondo uovo. Per maggior sicurezza, si possono raccogliere le upva dal terzo-quarto giorno.
  • Dopo quanti giorni dall'inizio della cova si possono togliere le uova non feconde e inserire quelle che ci interessano? spesso quando la gallina sta deponendo si raccolgono mano a mano le sue uova e se ne lasciano nel nido delle altre affinché l'istinto alla cova si manifesti ma senza rischiare che le uova di nostro interesse si rompano o rovinino. Queste uova "fantoccio" si
Gallo di polverara, con parecchi difetti ma vitalissimo e splendente. Foto Andrea Mangoni.

Lo ammetto, negli ultimi tempi, continuando a seguire le mie mille attività ho perso di vista qualcosa.

L'avicoltura è diventata un impegno da sbrigare il più rapidamente possibile, nel miglior modo possibile, ma aveva perso un connotato speciale: quello della ricerca e dell'entusiasmo. Oggi ho ritrovato questa dimensione, grazie ad una serie di incontri differenti ma interessanti.

Per prima cosa ieri sono andato a vedere come procedevano le cose a casa di un amico cui avevo affidato un piccolo nucleo di Polverara di ceppo Rossetto. Le galline, tanto quella di razza pura quanto l'ibrida, stavano benissimo. Molto belle e vitali, lustre, uno spettacolo. Ma quello che colpiva l'attenzione era il gallo. Lo si notava fin da lontano per la sua magnifica livrea nera ricca e cangiante di riflessi verde scarabeo. Certo, mostrava molti difetti: taglia scarsetta, ciuffo abbondante e caduto di lato, cresta persino abnorme per le sue dimensioni e protuberanze, ed assenza di barba e favoriti. Ma vederlo lì, così splendente, mentre razzolava tra i campi e i prati, o ai margini del sentiero di lavanda, mi faceva riflettere sul fatto che nessuna delle Polverara che ho visto vivere allo stato brado ha mai avuto un aspetto smunto o patito. tutte hanno sempre mostratoil loropiumaggio al meglio e avevano un aspetto sano e vigoroso. Che sia questo, per questa razza, il vero
Il Veneto dei contadini. 1921-1932.
Di Paul Scheuermeier. Angelo Colla Editore.
"Prima io non fui né folklorista né etnografo né geofrafo; ma io partii linguista e ritornai folklorista. La necessità di studiare la lingua del popolo, mi mise dentro la vita di questo e in mezzo alle sue cose".
C'era una volta un uomo.
Si chiamava Paul Scheuermeier, era un'etnografo svizzero e aveva ricevuto l'importante compito di raccogliere una notevole mole di informazioni su lingua, tradizioni e costumi delle popolazioni contadine per comporre l'Atlante linguistico ed etnografico dell'Italia e della Svizzera meridionale.

Era da poco finito il primo conflitto mondiale, e le nostre campagne avevano un'importanza molto diversa da quella che rivestono oggi. In esse esisteva un mondo di saperi, parole, leggende, strumenti e vissuti che sarebbe stato destinato a sparire di lì a pochi anni. Il giovane svizzero si muoveva di paese in paese, di città in città, raccogliendo dati, registrando parole, usi e costumi, annotando ogni cosa tramite lettere e disegni, e soprattutto fotografando. La macchina fotografica infatti rivaleggiava col taccuino degli appunti, fermando attimi di vita contadina, ritraendo volti, vestiti, attività, animali, abitazioni, tutti congelati in pochi attimi e sottratti forse per sempre al destino di non lasciar traccia di sè. 

Paul Scheuermeier (a destra) parla con un contadino.
In ogni paese che visitava cercava di trovare persone di fiducia, gli informatori, che avevano il compito di fare per lui da tramite con la popolazione locale. Con l'ausilio di speciali questionari, appunti e delle immancabili

Carissimi amici,
ho ricevuto parecchi messaggi ieri, e uno diceva più o meno così: "Buon anno! Festeggiatelo come se fosse l'ultimo! Con affetto, i Maya". Credo di aver risposto qualcosa del tipo: "Buon anno! Festeggiatelo come se fosse il primo! Con affetto, Adamo ed Eva". Questo augurio lo ripropongo a voi. Affrontate questo 2012 come se fosse il primo, con lo slancio di chi ha di fronte l'Infinito e un mondo di avventure da intraprendere

Anche per il blog sarà lo stesso; ci aspetteranno nuove strade e nuove storie, e spero di poter contare sempre sul vostro sostegno. Lo spero - e ne ho bisogno - così tanto, che ho deciso di cominciare quest'anno di post facendovi una richiesta ben precisa: 

Di cosa vi piacerebbe che si occupasse il blog il prossimo anno?

Ho bisogno di voi, delle vostre aspettative e dei vostri feedback. Cosa vorreste veder trattato di più? Cosa vi aspettate da queste pagine? Quali argomenti vorreste vedere approfonditi? Per capirlo ho pensato di usare il social network più usato - ed abusato - del momento: Facebook. Nella Pagina Fan di Oryctes.com ho infatti pubblicato un piccolo sondaggio a cui vi chiedo, se possibile, di partecipare. Le opzioni che ho inserito sono le seguenti:

  • Razze avicole straniere
  • Razze avicole italiane
  • Giardino naturale
  • Entomologia e insetti
  • Recensioni (libri, siti, prodotti, ecc...)
  • Tradizioni venete legate al mondo contadino
  • Antiche varietà ortofrutticole
  • Biodiversità in natura
  • Guide ed ebook gratuiti

Ovviamente, ciascuno di voi può esprimere più preferenze, scegliendo quelle aree di interesse a cui si sente più legato. Vi basterà collegarvi a Facebook e votare su questa pagina. Se non avete un account su Facebook, vi prego di lasciare un commento a questo post. Più risposte verranno lasciate, più sarà possibile per me calibrare i contenuti di questo blog in base ai vostri desideri e alle vostre esigenze.

Vi ringrazio ancora, e vi auguro un felice 2012. A presto!
Alcune razze di gallina possono vivere benissimo anche in giardino.
Gallina Padovana Gran Ciuffo o Padoue, camosciata. Foto Andrea Mangoni.
Recentemente la nostra amica Veronica mi ha fatto in un commento la seguente domanda:

Abito in campagna da pochi mesi nella casa di famiglia che era stata vissuta solo nei mesi estivi. Abbiamo un po' di terra, galline (che però non curo io ma la mia vicina). Sono da sempre attratta da questi animali e vorrei in primavera adottarne una "da compagnia". Vorrei tenerla nel mio giardino, libera. Suggerimenti sulla razza?

Visto che questa domanda mi è stata posta in privato da altri lettori, voglio presentarvi brevemente 5 razze che personalmente credo possano rappresentare un buon compromesso tra bellezza, produttività ed autosufficienza.

Iniziamo col dire immediatamente che spesso polli e giardino rappresentano un binomio assai poco gestibile. I polli razzolano, distruggono fiori e piante, non hanno mai imparato ad usare la toilette, richiedono cure specifiche. Tutto verissimo. Ma esistono parecchie razze che possono ugualmente darci più di una soddisfazione, per via del loro carattere mite, delle loro dimensioni, del loro comportamento; alcune sono più robuste e altre invece meno, alcune razzolano ed altre no, alcune sono nane ed altre giganti, alcune sono belle ed altre bellissime. I polli nani in maniera particolare sono spesso stati
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La natura non è morta. Essa vive e cresce. Tutto ciò che l'uomo deve fare è convogliare queste immense forze nascoste nella produzione [...]. Purtroppo, invece che usare questo enorme potere, la gente ha deciso di distruggerlo.
Masanobu Fukuoka

Immagina. 
Immagina che le piante del tuo giardino producano frutta senza che tu faccia nulla per loro. Senza potature, senza attenzioni, senza nulla.
Immagina di coltivare un campo senza arare, o un orto senza sarchiare. 
Ora guardati indietro, e scoprirai che qualcuno ha già provato ad ottenere tutto questo. Si chiamava Masanobu Fukuoka, e vi ho già parlato di lui in passato, qualche anno fa, quando se ne è andato alla verde età di 95 anni. Si trattava di un uomo che ha cercato per tutta la sua vita non di piegare la Natura ma di piegarsi ALLA Natura, nel suo nativo Giappone. 
Il titolo di questo libro è, in effetti, fuorviante. Fuokuoka col metodo di coltivazione biologica aveva poco a che vedere, il suo approccio era molto più radicale. Si poneva infatti di fronte alla Natura con lo sguardo più di un fedele (in senso religioso) che di un agricoltore.
Qual'era la sua filosofia di base? L'idea di partenza era quella di osservare come

Gallo di Polverara. Foto Andrea Mangoni.

Quando mi sono messo a scrivere questo post, volevo augurare a tutti un bellissimo, felicissimo e bianchissimo Natale.
Ma qui la neve non c'è. Nemmeno un fiocco. C'è un sole splendido, ma come fare per trovare il classico Bianco Natale?
E così ho cercato il bianco, e l'ho trovato.

Ho trovato il bianco nel candore opaco e nuovo del piumaggio del mio gallo di Polverara. Un animale selvaggio, fiero, indistruttibile. L'anno scorso un brutto malanno al piede mi ha fatto disperare di poterlo salvare; si è riassestato da solo, dopo che le medicine avevano potuto poco o nulla, continuando poi imperterrito a riprodursi e a fare il padrone del pollaio. Vi auguro un Bianco Natale e un nuovo anno fieri e possenti come lui, che vi facciano vibrare in ogni fibra del vostro essere.

Mais Biancoperla. Foto Andrea Mangoni.

Ho trovato il bianco nella vitrea opalescenza dei chicchi di mais "Biancoperla", antica varietà veneta di cui sono finalmente riuscito ad avere qualche pannocchia da usare per la semina del prossimo anno. Sono pochi grani, ma rappresentano un'eredità diretta con tutto quel mondo agricolo che fino agli anni '60 continuava a resistere nelle nostre campagne. Vi auguro un Bianco Natale e un nuovo anno ricchi e pieni di tradizione e ricordi, belli e meno belli, perché il passato possa farvi da monito e guida nella ricerca del futuro.

Soprattutto, ho trovato il bianco nel candore dello sguardo di mio figlio Pietro. Occhi candidi e puri che guardano il mondo con sorpresa, voglia d'avventura, affetto e Amore. Vi auguro un'intera Vita ricca e piena di quell'Amore che permea tutto il suo sguardo e tutto il suo essere. 

A tutti voi, di cuore, Felice Bianco Natale. 

L'Infinito.