Biodiversità in campagna - L'assiolo (Otus scops), un minuscolo rapace notturno


Lo sguardo intenso di un assiolo (Otus scops). Foto Andrea Mangoni.

Quando me l'hanno portato, in uno scatolone di carta, con quegli occhi sbarrati ed inquisitori, quasi non ci potevo credere. Eppure, in tutto il suo splendore, ecco lì davanti a me un giovane assiolo (Otus scops), soffice e morbido come una nuvoletta grigia soffusa di screziature castane e nere, con due enormi occhi giallo pallido che mi fissavano spaventati. Il giardiniere del grande parco che si trova sull'isola in cui lavoro, conoscendo la mia passione per gli animali, me l'aveva portato dopo averlo trovato (Dio solo sa come aveva fatto ad infilarvisi dentro) in un imballaggio dell'acqua minerale.

L'assiolo è fortemente mimetico. Foto Andrea Mangoni.

L'assiolo (Otus scops) è uno dei più piccoli rapaci notturni italiani, secondo solo alla civetta nana: raggiunge infatti appena 20 cm di lunghezza e i 70-100 gr di peso. Durante il giorno questo strigiforme si mimetizza perfettamente con la corteccia degli alberi su cui si posa,
grazie anche alla propria livrea; sulla testa porta due ciuffetti auricolari che possono essere eretti a piacere dall'animale, e che in effetti gli danno l'aria di un gufo in miniatura. Migratore, durante l'inverno europeo si sposta nelle regioni africane.

Assiolo (Otus scops). Foto A. Mangoni
L'assiolo è un animale notturno, che caccia nottetempo gli animali di cui si nutre: grossi insetti, soprattutto, come cavallette, coleotteri e cicale, ma anche piccoli mammiferi e uccellini. In generale però è caratterizzato da una dieta prevalentemente insettivora. Caratteristico di questa specie è invece il richiamo, un nettissimo e sonoro "CHIU'" che risuona nelle zone alberate frequentate da questo rapace. Questo richiamo gli ha valso il nome comune di chiù, appunto, e quello locale qui in Veneto di ciò: tanto era noto il verso di questo uccellino che nelle campagne, per indicare che era tempo di andare a dormire, si cantilenava: "Ciò, ciò, no xè pì ora de fare filò" ovverosia "Chiù, chiù, non è più ora di far filò". Anche Gerald Durrell, nel suo "La mia famiglia ed altri animali", ha dedicato ad un piccolo d'assiolo buona parte di un capitolo. 

Un tempo più comune nelle campagne del veneziano, l'assiolo è oggi in forte diminuzione. Fino alla seconda metà del secolo scorso infatti le campagne erano ricche di siti adatti alla sua nidificazione, sotto forma di alberi cavi (gelsi, salici, pioppi), mentre ora con la semplificazione delle rive e l'abbattimento delle vecchie ceppaie essi stanno sparendo. Il degrado delle rive e delle campagne ha poi portato alla diminuzione anche dei grossi artropodi di cui l'assiolo si nutriva. Oggi rimangono alcune coppie nidificanti proprio a Venezia, nei parchi e giardini della città, come quello dell'isola in cui lavoro.

Lo sguardo simpaticissimo del giovane assiolo. Foto Andrea Mangoni.

Per la cronaca, il piccolo protagonista di questo servizio (probabilmente di età compresa tra le 3 e le 4 settimane) dopo esser stato reidratato e nutrito con grossi coleotteri, è stato riportato in parco e lasciato su un alto ramo, perché (come indicato dal Corpo Forestale dello Stato e dall'Associazione Naturalistica Sandonatese, interpellate a riguardo) i giovani di quest'età sono molto mobili e possono essere facilmente ancora rintracciati dai genitori. E i genitori di questo piccolo erano decisamente la sua miglior chance di sopravvivenza, più che qualunque rifugio per selvatici.

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PER SAPERNE DI PIU'

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1 commenti:

Vera ha detto...

Piccola grande meraviglia!
l'assiolo dallo sguardo stupito e le tue foto.
Ho per i rapaci notturni una simpatia particolare, l'altra sera ero con il mio compagno a vedere un film proiettato all'aperto e ad un certo punto un silenziosissimo fantasma candido ha sorvolato da vicino le nostre teste, quasi sicuramente un barbagianni.