Tradizioni - E' di nuovo tempo di Batter Marzo!

I miei zii e mia madre (la più piccola!) in campagna a Camponogara, nel 1948, quando era ancora usanza andare a batter Marso

Arrivo in ritardo di qualche giorno – ma arrivo! - per segnalare che quest'anno il comune di Fossò (VE) ha deciso di organizzare la sera del primo Marzo un'uscita per le strade per “batter Marso” (battere Marzo). Sarebbe bello che più Comuni decidessero di imitare questa scelta, sensibilizzando magari le nuove generazioni a ricordare le vecchie tradizioni e a snobbare magari un po' di più quelle anglosassoni come Halloween, che invece stanno prendendo sempre più piede. Credo sia giusto spiegare però, per chi non ne ha mai sentito parlare, in cosa consistesse questa che era un'usanza tipica delle campagne della nostra zona (anche qui a Camponogara) in provincia di Venezia: il batter Marso.

Tanti anni fa, quando arrivava il primo di Marzo, i ragazzini si intrufolavano nelle cucine o nei magazzini alla
ricerca di una vecchia pentola annerita, o in mancanza di meglio di una lamiera o di un grosso barattolo. Una volta trovatoli, si armavano di un bastone e sparivano nel crepuscolo. Al calar della sera, si arrampicavano sui letamai (i leamàri) o si riunivano e andavano in processione per le lunghe strade sterrate, fiancheggiate dai fossati e dai filari di salici bianchi (i selgàri), battendo coi bastoni pentolacce e lamiere, e cantilenando:


Marso sì, Marso no, inténsime el cu£o ma el viso no!

Ovverosia

Marzo sì, Marzo no, sporcami il culo ma il viso no!

A cosa si riferiva questa filastrocca irriverente e simpatica? Con l'arrivo della primavera, rifiorivano sui visi dei giovanotti e delle signorine brufolini ed efelidi. I ragazzi cercavano dunque di esorcizzarne l'arrivo, sperando che, come il fuoco e la fuliggine annerivano e sporcavano il fondo delle pentole, ma non il coperchio, così marzo magari portasse loro dei visi intonsi e pulti, anche sacrificando la beltà del... fondoschiena. Ho come l'impressione, visti gli attuali canoni di bellezza, che forse più di qualche esponente delle nuove generazioni chiederebbe volentieri il contrario. Angelino Bettio, invece, scrive nel gruppo Facebook "Padova e provincia nell'era del Web":

Credo sia una variante del "Batimarso" quando i bambini, il primo di marzo appunto, giravano per le contrade battendo barattoli e pentole per festeggiare la primavera. In concomitanza però, in alcune zone era usanza scoprirsi il sedere per preservare il viso dall'abbronzatura. Oppure si cantava la canzoncina: Marso si, marso no, intendame (sporcami di caligine) el culo ma 'l viso no. A differenza di ora, l'abbronzatura caratterizzava i contadini e quindi la povertà, a differenza del nobile pallore dei "sangue blu" cioè dei ricchi; quindi augurarsi di preservare la pelle bianca equivaleva all'augurio di prosperità.

C'è quindi anche una ragione più antica per questa usanza: l'antico Capodanno Veneto. Non molti ne sono a conoscenza, ma per secoli era il mese di marzo, il primo mese dell'anno. L'anno iniziava infatti con la primavera, con l'omaggio alla dea Retia (dea della terra) che andava chiamata, chiamando (battendo) l'arrivo del mese che la portava (Marzo appunto). Riti di primavera esistono ancora in molte regioni d'Italia, come testimonia il bel post di Vera in Terre Basse. Tracce di questo antico calendario permangono ancora nel nostro, nei nomi di alcuni mesi: Settembre era infatti il settimo mese, Ottobre l'ottavo, Novembre il nono, Dicembre il decimo. Resta inoltre questo rito, irriverente e simpatico, a ricordarci dell'antico Capodanno Veneto, per non farci dimenticare le nostre origini e la nostra storia.

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Maggiori informazioni sul Capodanno veneto possono essere trovate a QUESTA PAGINA
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LEGGENDE E TRADIZIONI DEL MONDO CONTADINO VENETO

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9 commenti:

Vera ha detto...

bello bello non hai qualche immagine?

Qui in Romagna tra non molto si accenderanno le fogheracce di san Guiseppe, evidente sincretismo con i riti per l'equinozio di primavera.

se vuoi qui vedi qualche foto
http://terre-basse.blogspot.com/2009/03/notte-di-fuoco.html

sarebbe bello creare un blog collettivo in cui radunare informazioni sugli antichi riti pagani d'Italia, in una sorta di archivio virtuale, chissà, forse c'è già.

Buona primavera Andrea, a quando i primi pulcini?

Andrea Mangoni ha detto...

ciao Vera, no, purtroppo non ho immagini! Ho saputo della "processione" solo dopo che era già avvenuta. mi rifarò il prossimo anno spero. Non so se ci sia l'archivio "pagano", di certo ci sono molti siti che si occupano di questi riti e credenze. In passato ho avuto già modo di parlare delle anguane, c'è il bel blog di Zia Artemisia (The Wise Woman Cottage Garden) che ne ha parlato come di altri argomenti correlati.
i primi pulcini hanno 15 giorni oramai! E continuano a nascerne. a prestissimo le prime foto.
buona primavera a te!

strega reticente valverde ha detto...

A Casola ,Riolo e dintorni ci sono i "LOMM a Merz" ( i lumi a marzo) dal 26 febbraio al 5 marzo: una settimana di falò notturni nei campi per propiziare l'arrivo della primavera (siamo in romagna e credo che sia una tradizione simile a quella dei falò di San Giuseppe di cui parla Vera , anche se in altra data)... che belle queste usanze...
Grazie Andrea e grazie Vera ...
un caro saluto
val

Vera ha detto...

:D Pensare ai tuoi pulcini che "continuano a nascere" mi ha evocato una buffa immagine: l'incubartice come una macchinetta per fare i popcorn dalla quale anzichè mais soffiato saltano fuori decine di soffici pulcini.

I più belli che mi sia mai capitato di vedere erano degli ochettini di pochi giorni, splendidi.

p.s. grazie per il link

Andrea Mangoni ha detto...

@Val: grazie a teper lesegnalazioni, sempre molto interessanti!
@Vera: mi sembrava d'obbligo, foto belle e d'atmosfera che rendono perfettamente l'idea del rito. sì, in queste settimane l'incubatrice sforna piccoli con regolarità, non tantissimi, ma insomma...diciamo che come i popcorn sono simpatici e saltellanti! A presto anche le loro foto!

nadia ha detto...

Ciao Andrea, sono Diego un tuo "vicino di casa", abito a Fossò e sono un appassionato di giardinaggio e di avicoltura. Sono particolarmente fiero di due piante che ho in giardino: un faggio "tricolor" e un pesco da fiore che sullo stesso ramo fa fiori di tre colori diversi - bianchi, rossi e variegati. Se ti farà piacere ti manderò la foto appena inizia la fioritura. Ho tre oche ed un paio di galline ovaiole. Purtroppo negli anni scorsi (e anche recentemente) il mio pollaio ha subito attacchi dalle volpi che mi hanno ucciso varie galline e ferito un'oca che, grazie alle cure veterinarie, si è ormai ristabilita. Che mi dici di queste sgradite visite? Hai avuto qualche altra notizia?
Ciao e complimenti per il tuo interesse verso il mondo vegetale e animale.

Diego

Andrea Mangoni ha detto...

Ciao Diego, certo, mandami pure le foto, mi farà piacere! Volpe: questo predatore è abbastanza frequente da noi, si presenta abbastanza spesso in tutta la zona, ed è piuttosto scaltro. Posso dirti che un mio conoscente dopo vari attacchi notturni ha iniziato a lasciare aperta una televisione tutta la notte in modo che le voci da essa provenienti spaventino la volpe. finora ha funzionato, nessun altro attacco. forse potrebbe funzionare nella stessa maniera anche una semplice radiolina. ciao!

Anonimo ha detto...

Qui in Romagna la mattina del primo marzo c'era l'usanza, in tutte le case contadine, di mostrare il culo a marzo. Sia uomini che donne si alzavano dal letto, andavano alla finestra e scoprivano il fondoschiena urlando :"Toh maerz! Brusmi quest e no cus aeltr!!! (toh marzo! cuocimi questo e non cuocere altro) . Per gli uomini significava brucia questo (il sedere) e non i raccolti; per le donne voleva dire scongiurare l'abbronzatura sul viso e sulle braccia, segno della loro condizione di contadine .

Andrea Mangoni ha detto...

Grazie mille per questa bella testimonianza! E' interessante vedere come regioni attigue avessero gli stessi rituali!