Due pannocchie di mais Biancoperla. Foto Andrea Mangoni.

"Na volta el formenton nol jera za£eo, el jera so£o che bianco!"
"Una volta il granoturco non era giallo, era solo bianco!"
Anziano contadino Camponogarese

Quando i miei nonni o mia mamma raccontavano dei loro pasti poveri di un tempo, la polenta la faceva da padrona, accompagnando le portate più svariate o (più frequentemente) formando il corpo principlae del pranzo. E la polenta era, immancabilmente, bianca. Così come bianco era il mais che da sempre i miei nonni coltivavano, in questa zona della provincia di Venezia, per il proprio sostentamento. Un mais che era destinato però a cedere il passo alle moderne varietà ed ibridi maggiormente produttivi, ma che alcuni contadini hanno continuato a coltivare e a preservare dall'oblio: si tratta del bellissimo Biancoperla

Mais Biancoperla. Foto Andrea Mangoni.

In verità la presenza di mais bianchi in Veneto è
Bruno Rossetto, memoria storica dell'Avicoltura padovana. Foto A. Mangoni.

Anni fa ho avuto il piacere di conoscere un allevatore davvero eccezionale: il sig. Bruno Rossetto.

Questo straordinario allevatore, con decenni di esperienza alle spalle, è certamente l'ultima memoria storica dell'Avicoltura padovana. Bruno ha legato indissolubilmente il suo nome alla storia della Gallina di Polverara, in quanto iniziò ad allevarla nel lontano 1954 e in seguito nel periodo di tempo compreso tra la seconda metà degli anni '80  e la prima metà degli anni '90 del secolo scorso egli rimase il solo che continuasse ad allevarla. Fu poi grazie anche a 6 esemplari nati da uova donategli da Rossetto che il rag. Antonio Fernando Trivellato potè riuscire a ricostituire numericamente la razza, ma fu Bruno a conservarne il prezioso patrimonio genetico, impedendo che essa si estinguesse completamente nel suo periodo più buio.

In questa intervista il sig. Rossetto parla con dovizia di particolari delle sue esperienze con la Polverara, dei suoi ricordi della Boffa e di altre razze padovane e per finire si fa testimone delle tradizioni legate alla cura e all'allevamento dei pulcini secondo i metodi adottati per secoli dai contadini padovani. A breve pubblicherò anche il testo integrale dell'intervista con delle note aggiuntive. Un sentito grazie quindi al sig. Rossetto per la sua testimonianza e per il contributo dato all'Avicoltura padovana e nazionale.

Heliocopris bucephalus, scarabeide coprino di grosse dimensioni diffuso in Sud - Est Asiatico. Foto  Alexey Gnilenkov.
Disclaimer importante: questo post è altamente sconsigliato a chi vede nel gorgonzola piccante e nelle sue muffe la massima trasgressione culinaria possibile.

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Di recente una mia amica, Susanna Paolillo, ha trascorso una splendida vacanza in Myanmar (Birmania), terra dal fascino insistente e sottile come il profumo dei fiori tropicali. Certo, le usanze alimentari dei suoi abitanti sembrerebbero probabilmente meno suadenti ai nostri sensi, sebbene immagino che sapori e "profumi" (meglio forse odori?) siano altrettanto intensi. 

In particolar modo, mentre stava attraversando il mercato cittadino di Thandwe, nello stato del Rakhaing, l'attenzione della mia amica Susanna è stata catturata da una venditrice che proponeva come mercanzia delle curiose sfere di terra di parecchi cm di diametro, grandi come una grossa arancia.

La venditrice di gustose pietanze in Myanmar. Foto Susanna Paolillo.

Incuriosita, Susanna ha chiesto maggiori informazioni. Per tutta risposta, la venditrice ne ha apertre alcune sotto ai suoi occhi...
Pollaio sui trampoli, Mirano (VE) 1931. Foto Scheuermeier, fonte "Il Veneto dei Contadini. 1921-1932".

Quando, da bambino, sentivo i nonni chiacchierare a proposito della loro infanzia o di quella dei miei genitori, i loro racconti a volte mi stupivano al punto da farmi rimanere incredulo di fronte alle loro parole. Ad esempio, quando raccontavano di pollai costruiti sugli alberi mi sembrava quasi impossibile che potesse esser vero: le grasse galline ibride che popolavano il nostro pollaio mi sembravano tutto fuorchè capaci di svolazzare a dormire tra i rami più alti di un albero.
Quando poi ho intrapreso la strada della passione per l'Avicoltura, le loro parole mi sono tornate alla mente più volte, così come oggi sorrido della mia incredulità di allora.

Molte delle razze rustiche di un tempo, infatti, erano
I miei zii e mia madre (la più piccola!) in campagna a Camponogara, nel 1948, quando era ancora usanza andare a batter Marso

Arrivo in ritardo di qualche giorno – ma arrivo! - per segnalare che quest'anno il comune di Fossò (VE) ha deciso di organizzare la sera del primo Marzo un'uscita per le strade per “batter Marso” (battere Marzo). Sarebbe bello che più Comuni decidessero di imitare questa scelta, sensibilizzando magari le nuove generazioni a ricordare le vecchie tradizioni e a snobbare magari un po' di più quelle anglosassoni come Halloween, che invece stanno prendendo sempre più piede. Credo sia giusto spiegare però, per chi non ne ha mai sentito parlare, in cosa consistesse questa che era un'usanza tipica delle campagne della nostra zona (anche qui a Camponogara) in provincia di Venezia: il batter Marso.

Tanti anni fa, quando arrivava il primo di Marzo, i ragazzini si intrufolavano nelle cucine o nei magazzini alla

Oggi vi voglio proporre un video davvero interessante, realizzato da DjSandoors, sulla costruzione di un pollaio a partire da materiale riciclato. Certo, occorrono una certa dose di abilità e qualche strumento in più rispetto a quelli che usualmente ci ritroviamo in garage, ma questo video è uno dei pochi che ho trovato (nella marea di filmati sulla costruzione di un pollaio) ad avere dei risvolti pratici interessanti, ovverosia uno dei pochi che possa essere realmente utile per l'hobbista. 

Sandor ha realizzato il suo pollaio in 27 ore, usando solo materiali riciclati. le sue spese sono state limitate a circa 65 US$, ovverosia circa 48,3 €! Considerato il risultato finito, direi che è notevolissimo: le sue 5 Orpington hanno di che star contente. Unico appunto, una finestra di dimensioni maggiori avrebbe garantito un'assai migliore illuminazione, e si sa che la luce è importantissima per i polli.
Vi lascio al video, per gli altri filmati di Sandor ecco il suo canale youtube:


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E' USCITO "IL POLLAIO PER TUTTI", IL NUOVO LIBRO DI ANDREA MANGONI!
Il pollaio per tutti, Andrea Mangoni, Vallardi Editore
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COSTRUIRE POLLAI: LIBRI IN INGLESE

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Il modello di produzione proposto da A. Ford. Fonte: WIRED

Quando le ho viste, sul sito di Wired, mi sono seriamente chiesto se si trattasse di uno scherzo oppure se fosse l'incubo materializzato di un appassionato un po' folle della saga di Matrix

E invece no, pare sia vero: Andrè Ford, sudente di architettura, ha proposto uno scioccante sistema di allevamento dei polli in verticale, in strutture degne di un film di fantascenza, dove ogni animale è imbragato ed intubato per massimizzarne l'alimentazione, la somministrazione di farmaci, la raccolta delle deiezioni. Ma come ottenere la "collaborazione" dell'animale a questo infame e perverso sistema di esistenza? Semplice: rimuovendone la corteccia cerebrale. 

Si, lo so, pare assurdo... ma avete capito bene. 

Secondo Ford, rimuovendo la corteccia cerebrale dei
Carissimi amici, a seguito di alcune richieste e visto che gli impegni lavorativi mi impediscono di collegarmi spesso a Skype, ho pensato di fissare periodicamente una data in cui essere disponibile per fare una chiacchierata, per una mini-consulenza o per quello che meglio credete. Prossimo appuntamento, MERCOLEDI' 15/2/2012 alle ORE 11.00 (il mio conttatto, andrea.mangoni). Se avete richieste particolari (tematiche, orari, ecc...) contattatemi prima via mail a info@oryctes.com. A Mercoledì, quindi!
Cereali antichi in convegno. Foto Andrea Mangoni.

Si terrà a Mestre, presso il Palaflip (Via S. Donà 195/C), sabato 18 febbraio 2012, il convegno "Progetto Filiera Corta dei Cereali Antichi", volto a illustrare il risultato di 3 anni di sperimentazione nella coltivazione di farro monococco e  frumento tenero delle varietà antiche "Canove" e "Piave". Il convegno, organizzato dalla A.Ve.Pro.Bi., Provincia di venezia e Semi Rurali,  fa parte di un tris di eventi che si concluderà a Vicenza il 17 marzo con il convegno "Cereali antichi e selezione partecipativa. Un'agricoltura rispettosa della biodiversità". Per maggiori informazioni, 


Di seguito il programma della giornata di sabato 18 febbraio.


A partire dal 1995, per 13 numeri, l'Associazione “Pro Avibus Nostris”, legata all'allora Istituto San Benedetto da Norcia e alla figura del prof. Gabriele Baldan, pubblicò un bollettino bimestrale ricco di informazioni sull'andamento del progetto e sulle pratiche avicole. A questi bollettini contribuì attivamente il prof. Carlo Lodovico Fracanzani, con articoli sulla storia dell'avicoltura padovana, sulle tradizioni contadine, sull'allevamento e sulla gestione degli animali.
In occasione della scomparsa del prof. Fracanzani, ho creduto opportuno raccogliere questi suoi scritti, grazie al permesso del prof. Gabriele Baldan, in un unico e-book per permetterne la conservazione e la massima diffusione tra gli appassionati di avicoltura. Questo volumetto è un piccolo ma doveroso omaggio alla figura del prof. Fracanzani, cui personalmente devo molto in termini di nozioni e di erudizione avicola. Con immenso affetto ecco quindi in queste pagine l'esperienza di quest'uomo che ha contribuito a fare la storia dell'Avicoltura italiana e che ne è stato probabilmente l'ultima memoria storica. Un sentito grazie dunque a lui, ovunque sia, e alla generosità con cui ha sempre voluto condividere con gli appassionati di Avicoltura le sue conoscenze. 
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Il volume di circa 44 pagine pesa 39 Mb ed è ospitato nella piattaforma di Lulu.com. Non verrà fatto oggetto di lucro da parte nostra in alcun modo, ma viene pubblicato come omaggio al prof. Fracanzani e alla sua opera. In quanto composto dai testi originali del prof. Fracanzani e dalle mie immagini, è di libero scambio e fruizione a patto di non esser modificato nè utilizzato per fini commerciali.


Il Prof. Carlo Lodovico Fracanzani, nel suo amato studio. Foto Andrea Mangoni.
Se ne è andato piano come il battito lieve delle ali di una farfalla, due settimane fa. Il 22 gennaio il Professor Carlo Lodovico Fracanzani, ultima memoria storica dell'Avicoltura italiana, ci ha lasciati così, passando dal sonno alla morte, in punta di piedi. Aveva da poco compiuto 90 anni.

Nelle mie ricerche storiche sulle razze avicole del padovano, mi era stato impossibile ignorare il nome del prof. Carlo Lodovico Fracanzani. Aveva lavorato presso il Pollaio Provinciale di Padova, poi presso l'Osservatorio Avicolo "Ugo Meloni", e alla chiusura di questo continuò ad insegnare anche all'Istituto San Benedetto da Norcia che sorse al suo posto, divenendo tramite reale e concretissimo tra il passato dell'Avicoltura padovana ed il futuro della stessa.
Chioccia ibrida con pulcini. Foto Andrea Mangoni.
Negli ultimi tempi ho ricevuto diverse domande nei commenti di alcuni post di carattere avicolo, così ne approfitto per dare pubblica risposta ai vostri quesiti, visto che possono essere d'interesse generale. Andiamo subito a vedere da dove partire.
  • Quante uova deve deporre una gallina, prima che queste siano feconde? Dopo l'accoppiamento con un gallo, la gallina può deporre uova feconde a partire già dal secondo uovo. Per maggior sicurezza, si possono raccogliere le upva dal terzo-quarto giorno.
  • Dopo quanti giorni dall'inizio della cova si possono togliere le uova non feconde e inserire quelle che ci interessano? spesso quando la gallina sta deponendo si raccolgono mano a mano le sue uova e se ne lasciano nel nido delle altre affinché l'istinto alla cova si manifesti ma senza rischiare che le uova di nostro interesse si rompano o rovinino. Queste uova "fantoccio" si
Gallo di polverara, con parecchi difetti ma vitalissimo e splendente. Foto Andrea Mangoni.

Lo ammetto, negli ultimi tempi, continuando a seguire le mie mille attività ho perso di vista qualcosa.

L'avicoltura è diventata un impegno da sbrigare il più rapidamente possibile, nel miglior modo possibile, ma aveva perso un connotato speciale: quello della ricerca e dell'entusiasmo. Oggi ho ritrovato questa dimensione, grazie ad una serie di incontri differenti ma interessanti.

Per prima cosa ieri sono andato a vedere come procedevano le cose a casa di un amico cui avevo affidato un piccolo nucleo di Polverara di ceppo Rossetto. Le galline, tanto quella di razza pura quanto l'ibrida, stavano benissimo. Molto belle e vitali, lustre, uno spettacolo. Ma quello che colpiva l'attenzione era il gallo. Lo si notava fin da lontano per la sua magnifica livrea nera ricca e cangiante di riflessi verde scarabeo. Certo, mostrava molti difetti: taglia scarsetta, ciuffo abbondante e caduto di lato, cresta persino abnorme per le sue dimensioni e protuberanze, ed assenza di barba e favoriti. Ma vederlo lì, così splendente, mentre razzolava tra i campi e i prati, o ai margini del sentiero di lavanda, mi faceva riflettere sul fatto che nessuna delle Polverara che ho visto vivere allo stato brado ha mai avuto un aspetto smunto o patito. tutte hanno sempre mostratoil loropiumaggio al meglio e avevano un aspetto sano e vigoroso. Che sia questo, per questa razza, il vero