Era come se il prato fosse tutto cosparso di piccole scacchiere volanti. Certo, a guardarle con attenzione, ci si rendeva conto che il disegno non era poi così regolare, ma l'impressione che davano le dozzine di esemplari di galatea (Melanargia galathea) svolazzanti su quel prato alpino era proprio quella.
La galatea è una farfalla diurna appartenente alla famiglia dei Ninfalidi (Nymphalidae), famiglia questa che comprende anche altre notissime bellezze alate quali le variopinte Vanesse, le aggraziate melitee o le mediterranee jasio. La galatea è una specie ampiamente diffusa in quasi tutta l'Europa continentale, e si adatta a climi ed ambienti anche molto differenti fra loro, colonizzando tanto le pianure quanto le zone montuose, fino a oltre i 2500 metri d'altitudine.
Con un'apertura alare di circa 4 cm e mezzo, non è certo una gigantessa; ciononostante la sua peculiare colorazione la fa notare immediatamente. I suoi bruchi si nutrono di graminacee, come ad esempio i rappresentanti del genere Poa. Nati in estate, si accrescono fino all'autunno, quindi svernano per poi ricominciare a nutrirsi in primavera. Dopo essersi impupati ai piedi delle piante nutrici, essi riemergono come adulti tra giugno e luglio, in una frenesia di voli e di luci estivi.
Ed è così che le abbiamo trovate noi, intente a nutrirsi su centauree e orchidee spontanee in un prato assolato del Cadore. Ma, tra tutti gli esemplari, uno spiccava per il volo lento e delicato, e a vederlo da vicino si capiva perchè: una delle sue ali era rovinata. Forse l'incontro con un uccello, o con una mantide... chissà. Comunque sia, aveva un'aria maestosa e malinconica, che chiedeva d'essere immortalata; spero solo di esserci riuscito degnamente.
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