L'ultimo volo della beccaccia.

Primo piano della povera beccaccia (Scolopax rusticola). Foto di Andrea Mangoni.
Quando l'ho vista, povero corpicino spezzato nell'erba, non ho potuto fare a meno di sentire un tuffo al cuore. Era ancora viva, lievemente palpitante, ma già destinata a fine certa. La piccola beccaccia (Scolopax rusticola), col suo piumaggio perfettamente mimetico, sarebbe sembrata un mucchietto di foglie morte al suolo. E invece a morire era lei: una fucilata aveva fermato per sempre il suo volo.
Particolare del piumaggio della beccaccia. Foto di Andrea Mangoni.
Certo, la beccaccia è specie cacciabile... E potrà pure essere - non lo metto in dubbio - che rappresenti un piatto prelibato. In questo caso sarà così: conosco il cacciatore che l'ha abbattuta, un contadino di vecchio stampo, che era abituato - e lo è ancor oggi - a non cacciare per il gusto di portare a casa un trofeo, ma per il gusto tout-court. E' uno di quei cacciatori per cui la battuta di caccia rappresenta il gusto di girare in campagna coi segugi, la contentezza di vedere i propri cani comportarsi con maestria, e se si riesce a portare a casa una lepre o un fagiano per la pignatta, tanto meglio, altrimenti niente crucci e andrà meglio la prossima volta. Insomma, una persona cresciuta quando la fame era tanta, e da bambini bisognava ingegnarsi per racimolare un pò di proteine da mettere nel piatto... e allora, via con le trappolette costruite in casa per mangiare nelle gelide giornate d'inverno un pò di carne, poco importa che fosse di passero o storno, merlo o tordo.
Particolare del piumaggio della beccaccia. Foto di Andrea Mangoni.
Ho conosciuto cacciatori di vari tipi, e accanto a dei perfetti imbecilli ho incontrato per fortuna persone che sanno amare la propria terra e rispettare la natura che li circonda in una maniera complessa ma certamente più vera della passione che muove molti ipocriti. Però questa bestiola uccisa mentre cercava cibo nella lettiera di foglie, che viveva ben distante dall'uomo e che stava attraversando il mio lembo di campagna, mi fa comunque una gran pena. Mi rendo conto che potrà sembrare strano, in fondo io allevo polli, e di certo non sono vegetariano. Ma non riesco a non vedere una sorta di... mutuo scambio, tra me e i miei animali: io cerco di garantire loro la possibilità di vivere una vita degna, rispettosa della loro etologia, in campagna, sotto le vigne... Liberi di azzuffarsi e combattersi, di cercarsi e formare amicizie e legami. Li nutro, assisto alla loro nascita, li curo dalle malattie e li proteggo dai predatori, e loro, tramite le loro uova e più raramente tramite loro stessi, nutrono me. Ma questa bestiola nata e vissuta sempre libera, che non aveva bisogno dell'aiuto di alcuno per badare a se stessa, che sarebbe ripartita in capo forse a pochi minuti e che invece non volerà più, mi fa una enorme pena. E' per questo che, comunque, nonostante abbia trovato più rispetto per l'ambiente in alcuni cacciatori che non in altre persone, innamorate più dell'idea degli animali e dell'ambiente che degli animali e dell'ambiente stessi, io continuerò ad essere contrario alla caccia. Ho scattato qualche foto all'uccellino (non ne avevo mai visto uno e avevo la macchina fotografica con me, perciò...), ma non posterò le immagini della sua agonia. Ve ne lascio solo un ritratto non troppo crudo, ed un paio dei dettagli di quell'arabesco meravigliosamente autunnale che era il suo piumaggio. Spero solo di poter rivedere un suo simile, in futuro, razzolare lungo la mia riva, e spero altresì che non vi siano canne di fucile puntate su di esso.
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5 commenti:

equipaje ha detto...

Post notevoli, dicevo, e questo in modo particolare. Tutti i punti ed i problemi che tocchi e sollevi qui dentro sono ben delicati (mi auguro avremo modo di parlarne ancora, in futuro). Ciao!

Andrea Mangoni ha detto...

Sempre troppo buona.
Sì, ci sarà modo ancora di parlare di questi argomenti, in futuro. Mi è capitato di discuterne con molti, in molti modi. Non è mai semplice e non è mai scontato. Ho conosciuto vecchietti bracconieri che amavano boschi e animali in maniera viscerale e giovani animalisti con la sciarpina in derivatodelpetrolio firmata "chesennònonsonocarinaquandofacciolamarciadiprotesta".
Ed ho conosciuto cacciatori beoti che hanno rischiato di ammazzarmi per sparare ad un merlo e ambientalisti con i controcosiddetti che lavorano a testa bassa con amore per lasciare uno straccio di mondo ai nostri figli.
come ho già detto, non è nè facile nè semplice.
ciao!

Gio ha detto...

Povera bestiolina.....
non mi è difficile richiamare alla mente la tristezza nel vedere un animale agonizzante durante il suo ultimo respiro, quante volte ho assistito, volente o nolente, a tale "spettacolo" e ogni volta è come se un po' di noi morisse con quell'animale.... o almeno, questo è quello che suscitano in me queste scene. Per fortuna, tra la grande massa grigia, qualche "frammento di natura" ancora vive.... grazie.

silvio-60 ha detto...

Oppinioni e pensieri profondi sicu ramente condivisi,Ma la Realtà..!!!
strade-superstrade autostrade-
tangenziali-aree civili/industriali
-centri commerciali
migliaia di MQ di terreno ingoiati dalla civiltà,immondizia da xtutto-carte-bottiglie in plastica-sacchetti pieni di spazzatura buttati destra a manca ...Mà il vecchio cacciatore il bossolo se lè messo in tasca ...Ma la povera Beccaccia dove andra a posarsi? dove potrà infilare il suo lungo becco alla ricerca di vermi,nel parco pubblico?nelle aree protette?
lungo il Pò regno incontrastato dei nostri scarichi chimici ove i resti dei sacchetti sembrano tante bandierine della nostra stupidità?
Dovè finito il profumo del Bosco,le nebbie fittissime,la terra ghiacciata che scricchiola sotto i piedi, e la Beccaccia ? Ma....Io che qualche volta ti Ho avuto tra le Mie mani mentre il tuo spirito volava via...questo si
che è rispetto,non è soddisfazione o bramosia,ma un ultimo atto di una sfida che x la maggiorparte è sempre Lei che mi batte e non di rado abbasso il fucile x vederla volar via ed è sempre rispetto x la regina del bosco .wlacaccia.

Andrea Mangoni ha detto...

....nel mio giardino, un fazzoletto di terra inerbita con due ulivi stretti stretti, un cespuglio di rosmarino ed un alberello stentato di giuggiole, in questo giardino, dico, stretto tra le mura dei palazzi e supportato forse da qualche altro scampolo di terra, come l'orto mignon del mio vicino, quest'inverno ho visto transitare e fermarsi codirossi, merli, storni, passeri, codibugnoli, pettirossi, cince ed una civetta; nella campagna dietro casa, tra i filari di siepi e le vigne, con tanto verde e tanto spazio, dopo il primo giorno di caccia il cielo diventava silenzioso dove prima, sopra il campo di girasoli, era un concerto continuo. Per questo l'ironia è inutile: sì, il centro di una città ed un parco cittadino potranno ospitare - per un pò - la beccaccia, e assieme a lei tanti altri animali (è impressionante la statistica delle specie che si stanno avvicinando ai centri urbani); e no, il fatto che tanti distruggano gli habitat degli animali non da diritto a ritenersi migliori perchè gli si ha tirato addosso qualche grammo di piombo facendo (o meno) centro.
Avresti potuto parlarmi in altro modo della caccia - dei suoi sentimenti e delle sue emozioni; altri l'hanno fatto e insieme siamo riusciti a trovari ponti e punti in comune. Ma cercare giustificazioni o dire "meglio che sfidino la morte così piutosto così che colì" no, non mi piace.
Anch'io allora potrei dire di avere un birbantesco sogno nel cassetto, e cioè di poter impallinare, col fucile caricato a sale grosso, l'imponente sedere del cacciatore che,qualche anno fa, per uccidere un merlo, non ha esitato a spararmi dentro la finestra di casa. E qualora mi riuscisse di farcela, allora, e solo allora, potrei dirlo anch'io: viva la caccia. Ma essendo questa una mera fantasia, ho l'impressione che quel "viva la caccia" non lo dirò mai.