I cinorrodi e la semina delle rose

Cinorrodi di rosa


Con la fine dell'estate i cespugli di rose si ammantano di gioielli rossi e arancio, allungati, ovali o tondeggianti. Sono i cinorrodi, i falsi frutti delle rose, che contengono i loro semi. Forma, colore e dimensione cambiano a seconda della varietà, e rimpiazzano i fiori quando essi vengono meno dando colore e brio ai cespugli proprio quando la bella stagione cede il passo ai primi grigiori autunnali. Le specie botaniche sono senz'altro le regine in quanto ad abbondanza di cinorrodi, e in alcuni casi esse forniscono così cibo a uomini e animali. Si, perché non solo diverse specie di uccelli ad esempio gradiscono questi falsi frutti scarlatti, ma in qualche caso essi vengono utilizzati anche nella cucina tradizionale.

Ad esempio i cinorrodi allungati della Rosa canina sono tradizionalmente usati per ricavarne una confettura, preziosa per l'elevato apporto di vitamina C: per realizzarla occorre aprire i cinorrodi, privarli della peluria interna - un lavoraccio! - e dei semi, e poi dopo averli bolliti assieme a qualche mela e allo zucchero di canna (una mela e un cucchiaio di zucchero ogni 300 grammi di cinorrodi) si frullano e si invasano. Un tempo in dialetto si chiamavano "stropacùi", i "chiudi-culi", per via delle proprietà astringenti e irritanti dati dalla peluria interna. Col tempo che passa i cinorrodi si arricchiscono di crepe scure, ondulazioni sulla superficie che li fanno sembra strane perle di ceramica, lucidate e lavorate dalla brina dell'inverno piuttosto che da mano umana. Ma essi racchiudono ovviamente anche un'altra bellezza nascosta: la possibilità di dar vita a nuove rose.



Già, perché quando vediamo una rosa in giardino o nel negozio sotto casa, raramente ci ricordiamo che quelle rose sono tutte riprodotte da talea o da innesto, per creare cloni di singoli esemplari. Ma come nasce una NUOVA varietà di rosa? il segreto è nei cinorrodi, appunto: i semi in essi contenuti sono frutto dell'unione dei gameti di due individui diversi, e presentano così al giardiniere infinite possibilità nascoste di combinazioni. Ma ci vuole pazienza: i semi hanno bisogno di vernalizzare, ovverosia di esser macerati dal freddo pungente dell'inverno. Potete raccogliere i cinorrodi delle rose che vi piacciono di più, lasciarli in una vaschetta ricolma di sabbia umida, protetti da una pellicola trasparente, e lasciarli in un angolino a nord fino a febbraio; altrimenti potete sistemarli nel ripiano più freddo del frigo per qualche settimana. Lasciateli poi un paio di giorni a temperature più miti, sui 10°C, e quindi estraetene i semi. Mescolate in un vaso terriccio da fiori e torba, seminate le future rose ricoprendo i semi con pochi millimetri di substrato e dopo aver annaffiato ricoprite con una pellicola trasparente e lasciate tutto in una posizione di ombra luminosa: in capo a due mesi dovrebbero iniziare a spuntare le prime foglie. Curate le nuove piantine con amore, lasciandole in vaso almeno un anno, e vedrete che vi ricompenseranno con una fioritura speciale, unica proprio perché non esisteranno altri soggetti come loro. Anni fa ho provato a incrociare due rose antiche, ottenendo dai cinorrodi tondi di una "Gloire de Rosomanes" una piccola rosellina che produce fiori meravigliosi, di color rosso velluto, quasi nero. Provateci anche voi, e resterete stupiti dalla bellezza delle VOSTRE rose.



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