Nei cortili delle famiglie che allevano ancora galline si vedono quasi sempre i classici ibridi commerciali rossicci, mescolati a volte ad altrettanto rossicci esemplari dotati di una peculiare caratteristica: il collo totalmente glabro, che conferisce loro l'aspetto di sgraziati avvoltoi. In realtà, oltre ai soliti ibridi, esistono razze diverse dotate di questo particolare anatomico così buffo. In particolar modo in Italia si può ancora trovare in alcuni allevamenti la vecchia razza Italiana a Collo Nudo, caratterizzata da orecchioni bianco giallastri e taglia inferiore ai ceppi commerciali, buona ovaiola, che talvolta conserva ancora l'istinto alla cova.
Da dove ci proveniva? Forse dalla Romania, ove ancor oggi esiste la razza Collo Nudo di Transilvania. Negli anni '30, così parlava della Collo Nudo in Italia il cav. Italo Mazzon:
"Per finire, accenno alla «collo nudo» - qualcuno mi tirerà la croce addosso; ma io la ricordo da oltre cinquanta anni, per quanto i manuali la dicano di Transilvania. E’ sempre quella, come quando era la prima volta. E’ gallina robustissima, rustica e di facile allevamento – produce uova molto grosse e molte. Si può dire che di galline «collo nudo» ce ne siano in quasi tutti i pollai – sono invece rarissimi i galli di tale razza; ciò malgrado la «collo nudo» si riproduce fedelmente con le sue speciali caratteristiche dimostrando, con questo, quanta vitalità e resistenza, all’immissione di altri sangui, siano in questo animale così tipico. Non è molto apprezzata come gallina da carne fine, ma la credo facilmente suscettibile di miglioramento in questo senso, malgrado la resistenza a mantenersi pura; però non è a dire che il consumatore la ripudi; anzi quando constata la ricchezza di carne al petto e alle coscie, la preferisce per la sua tavola. Insomma, locale o meno, la «collo nudo» è una razza che nella padovana è abbastanza diffusa e che merita di essere più curata, tanto più da quando l’orecchione bianco è venuto a sostituire il rosso.
[...] Molti scrittori che hanno descritta questa razza non si accordano intorno alla sua origine – c’è chi la dice originaria dai Carpazi, altri le danno per patria Sumatra, l’Isola di S. Maurizio ecc. Da noi s’è divulgata da tanto tempo che, nessuno saprebbe dire, quando sia arrivata. Molto diffusa prima della guerra lo è meno ora, anche perché se, nei cortili di campagna, si trovano facilmente delle buone galline a collo nudo, il gallo è raro assai. Forse fra noi ha subito l’ambientamento e quindi ha qualche differenza con i «collonudo» che vengono dal di fuori e che si dicono di Transilvania. E’ indubbiamente una razza robustissima e d’una rusticità eccezionale; è precoce e molto redditiva. Produce uova numerose e grosse e carne assai buona – petto e coscie ne sono forniti molto abbondantemente. La caratteristica del collo denudato, ornato nella parte anteriore di una folta cravatta di piuma, ne fa un animale originalissimo. Cresta semplice, non molto sviluppata, dentellata irregolarmente, eretta sulla fronte d’onde parte una calotta di penne che scendono alla nuca e la ricoprono. E la caratteristica del collo nudo ha certo del dominante, tanto che si riproduce anche sotto l’influenza dell’incrocio e questo spiega come, nelle nostre fattorie, si riproduca anche senza il proprio gallo, acquisindo però altri caratteri, come quello delle penne alle gambe, colore del mantello, sviluppo scheletrico e l’orecchione bianco. Solo, per l’orecchione rosso, non la possiamo registrare fra le razze nostrali originarie, ciò nulla meno la vediamo con simpatia nei nostri cortili e non sarebbe male, fosse chiamata a sostituire parte del bastardume che s’annida in certi pollai di campagna dove, si nega asilo alle nostre buone razze, per tenere animali strani che molto consumano e nulla, o quasi, rendono. Il collo così nettamente denudato è in forte contrasto con la ricchezza della coda – non è certo un animale piacente ma, qualora si voglia considerare il suo reddito in carne ed uova, anche l’occhio può posarsi, con una certa simpatia, sulla gallina così strana ed originale e così redditizia. Non ho mai sentito dire che al «collo nudo» si geli la cresta – non nell’invernata 1889-90, non nella ultima del 1929-30 che, ci regalò, più d’una notte, ben 22 gradi sotto zero."
Questa la testimonianza di Mazzon. Per dire di più, vale certamente la pena di spiegare che Mazzon aveva ragione: il carattere del collo privo di penne è dovuto al gene Na, incompletamente dominante. Pare cioè che in condizioni di eterozigosi la presenza di un solo allele Na produza un collo nudo che mostra però sul davanti una folta cravatta di penne, mentre la presenza di due copie di questo gene produce un collo totalmente glabro.
Personalmente ho avuto modo di osservare dei collo nudo palesemente ascivibili a ceppi autoctoni solo presso un allevatore vicentino, il sig. Loris Traverso, che possiede da anni un ceppo di Collo Nudo a orecchioni bianchi recuperato nei territori compresi tra Padova e Vicenza. Gli animali in questione, selezionati per la taglia e la forma ma non per la colorazione, presentavano peso attorno ai 3 Kg per i galli ed ai 2,5 Kg per le galline, con cresta semplice leggermente ripiegata di lato, orecchioni bianchi con poche striature rossastre, mantelli variabilissimi e soprattutto ogni esemplare mostrava il famoso cravattino. Ora, il non aver visto nessun animale a collo totalmente nudo mi lascia ovviamente perplesso, in quanto se il ceppo mostrasse omozigoti cravattati come gli animali descritti dal Mazzon ci si troverebbe davanti ad un'eccezione delle regole di trasmissione di Na... o forse addirittura ad un suo allele? Alla prima occasione cercherò di far luce su questo aspetto curioso della storia dei suoi polli... Nel frattempo vi lascio con qualche scatto dei suoi esemplari. Alla prossima!
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Esemplari di Loris Traverso. Foto Andrea Mangoni.
Bibliografia: Mazzon, I. (1934). Pollicoltura Padovana - Storia monografia delle razze padovane. Tip. Antoniana, Padova.
Links utili: Summagallicana - Storia del Collo Nudo.
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1 commenti:
Ciao Andrea dove potrei trovare uova di questo ceppo? Grazie
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