In estate, lungo le rive dei miei fossati, capita spesso di trovare qualche piantina di dulcamara. I suopi fiori così strani e sgargianti da sembrare quasi esotiche lanterne cinesi, o bizzarri copricapi orientali... peccato solo che siano così piccoli!
La dulcamara (Solanum dulcamara) è una solanacea, cioè una lontana parente di peperoni, pomodori, patate e belladonna. Da sempre utilizzata nella farmacopea tradizionale, deve il proprio nome al fatto che a quanto pare i suoi steli, se masticati, hanno dapprima un sapore dolce e poi invece amaro.
E' anche nota come morella rampicante, a causa del suo portamento;il fusto, legnoso alla base, molto ramificato, e a portamento ricadente, può crescere fino a 2 o 3 metri di lunghezza; tende ad infilarsi tra le fronde delle alberature nelle siepi e tra i cespugli, cosi che i grappoli dei suoi fiori appaiono all'improvviso nel mezzo della chioma degli alberi. I fiori sono disposti in infiorescenze ricadenti, e sono caratteristici per i petali viola curvati all'indietro, ognuno caratterizzato da delle macchioline bianco-verdi alla base. Le antere gialle sono come piccoli fuochi d'artificio nel buio del sottobosco. Alla fine della fioritura si sviluppano le bacche, dapprima verdi e poi, in tarda estate, d'un vivace rosso vivo. Seppur usata, come già detto, nella farmacopea popolare, come depurativo del sangue, antitosse e persino anafrodisiaco, tutta la pianta è velenosa, specialmente le bacche!! E' importante insegnare ai bambini che esse non vanno mangiate, e vale la pena anche fare attenzione al bestiame: pare che siano stati segnalati casi di avvelenamento. Inutile quindi giocare al piccolo erborista! Ciononostante essa rimane una bellissima pianta, e vale piuttosto la pena di considerare l'idea di inserirla in giardino nel contesto di una siepe naturale.
In natura fiorisce da giungo a settembre; le bacche vanno raccolte quando ben mature e piantate a circa 1 cm di profondità, in terriccio neutro, ricco ed umido. Sembra che sia utilie - per non dire necessario - alla germinazione il fatto che il seme sia esposto al gelo di un inverno; potrebbe quindi essere un'idea pensare di stratificarlo prima della semina.
4 commenti:
Ciao, sono giunto sul tuo blog dal commento che hai lasciato sul mio.
Io, al momento, abito in città ma ho intenzione di andare a vivere in campagna per molti motivi (meno stress, meno gente, meno smog, meno rumore, ecc.).
L'unica incognita è quella del lavoro, non credo che si usi ancora assumere senza esperienza anche solo per raccogliere pomodori e arance, vero?
ciao e benvenuto!!
credo che molto dipenda dal TIPO di campagna che stai cercando.
Per fare un esempio, nel Mantovano magari potrai ancora trovare lavori stagionali come la raccolta delle pesche o dei kiwi, mentre qui nel veneziano al massimo potrai dare una mano per la vendemmia, perchè abbiamo solo monoculture cerealicole e soia (o quasi!). io forse mi orienterei per cercare casa, riposo e anima in campagna, ma conservando un lavoro perlomeno in paese o piccola città. Ci sono delle zone d'Italia - penso al grossetano - dove lo si può certo fare senza per questo perdersi nel caos di grandi città.
mi permetto di linkarti un mio articolo fatto tempo fa sulle "galline felici". le foto sono tratte dal mio allevamento o da quello di alcuni amici che la pensano come me. pur non essendo vegano (mi definisco un onnivoro con spiccata tendenza alla frugivoria) ci tengo molto che i miei animali abbiano una vita degna.
ciao e a presto!
http://oryctesblog.blogspot.com/2009/09/appunti-di-avicoltura-galline-felici-si.html
Caspita! quante cose non sapevo sulla Dulcamara.. e pensare che ne ho sentito parlare in alcuni strattati stregoneschi^^.
Grazie per l'articolo!
la Zia
...attenzione sempre ai trattati stregoneschi... qualcuno che ha usato male la cantaride o altri elementi altemente "fantasiosi" poi c'è rimasto... e noi vogliamo avere a lungo tra noi la Zia Artemisia con tutte le sue deliziose ricette ;-P!
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