Un prugnolo (Prunus spinosa) in fiore. Tutte le foto sono di Andrea Mangoni
Ieri la giornata è iniziata con alcune belle sorprese. innanzitutto, da qulahce giorno le Polverara sembrano tutte piuttosto ansiose di elargire generosamente il proprio carico di uova. Uova piccole, candide, ma gustose e delicate. Così anche ieri alcune uova sono finite sotto la Nerina - che come mamma chioccia si sta rivelando una macchina da cova.
In compenso, sembrava sparita la tacchina. Ho passato mezz'ora a cercala in ogni anfratto del recinto, sotto la legnaia, nelle vecchie ceste, nulla. Alla fine l'ho trovata, tra il muretto e un ammasso di lamiere e bancali di legno, accovacciata sul suo tesoro: ebbene sì, anche lei ha iniziao a deporre! Al momento siamo a quota sette uova, ma spero vivamente che la cifra si faccia via via più cospicua. Il suo compagno continua a pavoneggiarsi facendo la ruota ad ogni piè sospinto, e - forse deluso dalla tacchina che non gli dedica più molto del suo tempo, ha deciso di corteggiare le grosse ovaiole, con risultati che vanno dallo spassoso al preoccupante, a seconda della taglia delle galline (alcune sono grosse più di lui!).
Ma on è stata solo una giornata da "pollaio". Stasera ho piantato in campagna, lungo il mio fossato, un piccolo cespuglio di prugnolo (Prunus spinosa). Ho recuperato questa piana l'anno scorso, dopo che la pulizia di un fossato attiguo l'aveva completamente sradicata... essendo l'unica pianta della sua specie nell'arco di alcui chilometri, l'ho raccolta e trapiantata in vaso per un anno, prima di farla tornare alla natura. E' una pianta preziosa, che alimenta molti animali: in primavera è tra le prime a fiorire, prima ancora di mettere le foglie, ricoprendosi di centinaia di fiori bianchi; in estate le foglie ospitano la prole di molte specie di farfalle, ed i frutti blu, piccoli ed aspri, sono appetiti da uccellie mammiferi, oltre a poter essereutilizzate anche in cucina ed in farmacopea. Insomma, una pianta utilissima, che non dovrebbe mancare nelle siepi spontanee, assieme alla rosa canina (Rosa canina) ed al biancospino (Crataegus monogyna).
Il vaso non è rimasto vuoto a lungo: ha subito ospitato tronconi delle radici e dei getti di un presunto pallon di maggio (Viburnum opulus), "salvato" dopo che la pulizia di un cavalcavia l'aveva lasciato affiorante dal terreno, a pezzi. Ma di lui ci sarà modo di parlare più avanti, quando si sveglierà con la primavera...
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