Boffa e ricerca

Gruppo di galline Boffa, anno 2009


In questi giorni ho ricevuto diverse domande sia sul perché io abbia voluto riprendere un gruppo di gallina Boffa dopo tanti anni, sia sul modo in cui si studiano e si ricercano le antiche razze avicole. Ho deciso di prendere due piccioni con una fava e di rispondere a entrambi i quesiti, visto che essi sono profondamente intrecciati. Ho ripreso la Boffa perché sono molto legato a questa razza. L'ho cercata con caparbietà per anni, convinto che qualcosa dell'antica stirpe potesse essere rimasto, e alla fine il tempo mi ha dato ragione. Nel 2009 infatti ho riportato in Veneto, dopo un esilio umbro durato oltre 50 anni, il gruppo di riproduttori che si vede in questa foto. Ma come ero arrivato a questo? 

Ovviamente con impegno e anche con un pizzico di fortuna: dopo aver visto delle foto molto interessanti apparse su un forum ho contattato un avicoltore perugino che allevava un gruppo di questi animali da oltre 50 anni, eredità di una zia scomparsa. Ma era possibile avere una ragionevole certezza che si potesse trattare proprio della Boffa? Qui entra in gioco la ricerca storica in campo avicolo e alcune nozioni di genetica dei polli. Vediamo come. Per conoscere le razze tipiche di un territorio, normalmente, possiamo utilizzare almeno due canali: libri e riviste di Avicoltura, che fanno spesso luce su come certe razze erano nate, si erano diffuse e su quali fossero le loro caratteristiche, e le testimonianze storiche dei contadini anziani, che possono raccontare dettagli preziosi non presenti in letteratura. 

Procedendo in questo senso, si cerca di ampliare la propria visione sempre di più, e sempre attraverso fonti meno "convenzionali", come ad esempio libri antichi di geografia, economia, letteratura, poesia; foto storiche prese da vecchi album di famiglia, in cui magari si scorge la sagoma di qualche volatile, dietro gli sguardi e le pose austere dei nonni in posa; e poi ancora quadri, nature morte, incisioni, bassorilievi e statue, conservati in pinacoteche, collezioni private, chiese e oratori, che possono riservare incredibili sorprese. Tutti questi dati vengono presi, analizzati, ponderati e vagliati attraverso il crivello delle nozioni che abbiamo sulla genetica del pollo, che ci permettono di intendere se ciò che abbiamo di fronte possa comprovare l'esistenza di una razza antica e per capire soprattutto se i soggetti eventualmente ritrovati possano essere compatibili con i dati raccolti in precedenza. 

Nel caso della Boffa, gli animali che mi trovai di fronte nel 2009 non solo rispecchiavano l'identikit che mi avevano lasciato alcuni contadini ottuagenari padovani, ma sembravano usciti dalle foto che avevo ritrovato in alcune riviste degli anni '30 del secolo scorso, come quella in bianco e nero di questo post. Infine, tramite un'altra lettura avevo potuto confermare che la zona da cui provenivano gli zii che avevano dato a quel contadino i primi capi era proprio una di quelle in cui la Boffa era stata diffusa dal Pollaio Provinciale di Padova. 

Boffa, anni '30 del secolo scorso

Ma la ricerca ovviamente non finiva qui. Infatti restavano tanti altri punti da chiarire: quali livree esistevano? Che aspetto avevano i primi soggetti di questa razza, e soprattutto, da quanto tempo si aggiravano nelle campagne padovane? Ovviamente anche a queste domande si poteva trovare risposta: in una vecchia foto scattata in un cortile a Roncajette emerse la prova della presenza della Boffa nera; e dagli scritti del compianto Italo Mazzon, ecco uscire un'incisione ottocentesca che raffigurava una testa di Boffa e che faceva maggior luce sull'origine di questa razza, frutto dell'incrocio tra polli ciuffati e barbuti (Polverara, Padovana) con poli mediterranei locali. Ma le sorprese non erano finite: continuando le ricerche, ecco che in un libro di ornitologia pubblicato nel XVIII secolo compare una bella Boffa, ancora con caratteristiche di transizione, chiamata col nome di gallina patavina barbuta. L'immagine, che vedete in foto, rappresenta la più antica testimonianza della razza? Probabilmente no: in un quadro antecedente di un pittore fiammingo operante in Veneto ecco comparire infatti una gallina simile in tutto e per tutto alle moderne Boffe. 

Insomma, la ricerca storica diventa appassionante, coinvolgente, intrigante come la ricerca del Graal da parte di Indiana Jones. Ma il premio, a volte, è quello di diventare custodi di un frammento di storia. Ed è per questo che ho deciso di riprendere la Boffa: per tornare a contribuire a selezionare e a traghettare nel 21° secolo l'eredità dei nostri avi.

La Boffa in un'incisione del '700


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