Mini-stagno in giardino: come ho trasformato un vecchio abbeveratoio in un bonsai pond.



A volte la campagna non basta.
Non bastano i fossi e i canali dei miei campi, seppur con tutti i loro problemi. A volte voglio vedere, toccare con mano quelle realtà anche in giardino. E proprio per questo l'altr'anno ho deciso di dar nuova vita a un vecchio abbeveratoio abbandonato. Si trattava di una vecchia vasca in cemento, che per decenni aveva girato e rigirato cortile e giardino, senza trovare una propria collocazione. E così alla fine ho deciso di trasformarla in uno stagno da giardino, in un mini pond in cui coltivare essenze acquatiche e palustri, per lo più autoctone, e dove allevare e conservare alcune delle specie animali che abitavano i fossati della mia infanzia.
Ecco quindi la vasca: un vetusto abbeveratoio, che per forse vent'anni aveva dormito a riparo di una siepe di ligustro, prima che questa venisse sradicata per un restauro. Le misure interne sono di 87x42x24 cm, per un volume totale disponibile di  circa 87 litri. 




Visti i danni che col tempo aveva subito, per prima cosa ho provveduto a chiudere e sigillare ogni crepa visibile con silicone per acquari.



Per il foro di scarico, troppo irregolare per un tappo classico, ho optato per il fondo di un vaso di coccio rotto, fissato e sigillato sempre col silicone per acquari.



Una volta lasciato asciugare il silicone un paio di giorni, ho provveduto a fare una prova di tenuta. Per iniziare, ho coperto il coccio del foro di scarico con una zolla di terreno argilloso prelevato da fondo di un fossato secco, comprimendovela bene attorno e sopra.



Infine ho riempito tutto d'acqua, per testare la tenuta della vasca, aspettando un giorno per vedere se quest'ultima tenesse.


Si può notare come la vasca non sia perfettamente orizzontale, ma che sia leggermente inclinata all'indietro verso uno degli angoli, per favorire la fuoriuscita dell'acqua in eccesso dopo le piogge da un unico punto. In questo modo ai piedi della vasca si creerà un angolo più umido dove cresceranno bene particolari specie di piante.



Una volta appurata la tenuta della vasca, questa è stata nuovamente svuotata e il fondo è stato totalmente ricoperto da fango e argilla presi dal letto di un fossato asciutto. In questo modo arriveranno già nel laghetto preziosi microrganismi, oltre a qualche pianticella (come la piccola Lysimachia nummularia che si vede in alto a sinistra).



Il passo successivo è stato quello di ricoprire il fondo con foglie morte provenienti dallo stesso fossato, in modo da garantire a crostacei e altri organismi un'adeguata fonte di cibo. Aspettando un giorno è stato possibile appurare l'eventuale presenza di giovanissimi esemplari del temibile Procambarus clarkii, per fortuna rivelatosi assente.



Sono stati posizionati alcuni mattoni sopra cui mettere i vasi delle prime piante palustri, in particolar modo Carex e Lythrum. In questo modo tali piante sarebbero risultate appena al di sotto della superficie dell'acqua, a vasca riempita.


Quindi si è dato inizio al riempimento utilizzando acqua piovana e acqua di pozzo, e si è atteso qualche giorno perché le foglie secche si inzuppassero d'acqua tornando a depositarsi sul fondo.


Infine, una volta depositatesi le foglie sul fondo, ho aggiunto alcune secchiate di acqua proveniente da un fossato pulito e ricca di microrganismi di varia specie, tra cui crostacei cladoceri (Daphnia sp.), copepodi (Cyclops sp.), ostracodi, eccetera. Ho anche aggiunto altre piante, come Butomus umbellatus, Alisma plantago-aquaticaEgeria densa, Hottonia palustris, Utricolaria sp. e una ombrellifera palustre che non sono ancora riuscito a identificare.



Tra i macroinvertebrati, assieme alle piante ho aggiunto anche una femmina di coleottero ditiscide (un Agabus sp.) e le chiocciole d'acqua dolce Planorbarius corneus, Bithynia leachi, Physa sp., Lymnaea stagnalis, Viviparus ater.  Erano risultati poi presenti numerosi anellidi arrivati col fango.
Ai piedi della vasca, protette da alcuni vecchi mattoni, ho piantato tre tipi di menta, un pallon di maggio e qualche altra pianta recuperata lungo i fossi.


Come sta evolvendo questa piccola comunità? Il giunco d'acqua si è propagato vigorosamente sul fondo, l'iris d'acqua sta regredendo, la salcerella è fiorita più volte e la menta acquatica ha allungato i propri fusti in tutta la vasca. Le grosse chiocciole sono sparite, probabilmente predate da alcune piccole sanguisughe giunte col fango del fondo. Cosa non rifarei? Probabilmente non inserirei Utricolaria nella vasca. Col tempo è diventata invasiva, ha decimato la popolazione di crostacei e ha soffocato altre essenze come ad esempio Hottonia palustris. Quest'anno proverò ad estirparla e a sostituirla con altre essenze quali ad esempio Egeria densa e (ancora) Hottonia. Proverò nuovamente ad inserire anche delle chiocciole, in particolar modo Planorbis.
Problemi di altra natura: la porosità delle pareti della vasca a causa della capillarità tende ad evaporare molto velocemente, specie in estate. Questo comporta numerosi rabbocchi soprattutto durante la bella stagione, in media ogni due o tre giorni. La presenza di piante galleggianti in superficie, come Lemna, diminuisce questa tendenza.
Mi è piaciuto realizzare questo bonsai pond? Molto. Ho potuto infatti conservare a portata di mano e al sicuro il genotipo di tante piante e animali delle mie campagne, che resisteranno quindi al sicuro anche se dovessero venire a sparire i loro fossati di provenienza. E in verità la cosa mi è piaciuta così tanto che ho replicato l'esperienza, questa volta con una vecchia vasca da bagno... Ma di questo, magari, vi racconterò un'altra volta. Vi lascio con un breve video girato quest'estate che mostra il bonsai pond in tutto il suo rigoglio. A presto!


Come sta evolvendo questa piccola comunità? Il giunco d'acqua si è propagato vigorosamente sul fondo, l'iris d'acqua sta regredendo, la salcerella è fiorita più volte e la menta acquatica ha allungato i propri fusti in tutta la vasca. Le grosse chiocciole sono sparite, probabilmente predate da alcune piccole sanguisughe giunte col fango del fondo. Cosa non rifarei? Probabilmente non inserirei Utricolaria nella vasca. Col tempo è diventata invasiva, ha decimato la popolazione di crostacei e ha soffocato altre essenze come ad esempio Hottonia palustris. Quest'anno proverò ad estirparla e a sostituirla con altre essenze quali ad esempio Egeria densa e (ancora) Hottonia. Proverò nuovamente ad inserire anche delle chiocciole, in particolar modo Planorbis.
Problemi di altra natura: la porosità delle pareti della vasca a causa della capillarità tende ad evaporare molto velocemente, specie in estate. Questo comporta numerosi rabbocchi soprattutto durante la bella stagione, in media ogni due o tre giorni. La presenza di piante galleggianti in superficie, come Lemna, diminuisce questa tendenza.
Mi è piaciuto realizzare questo bonsai pond? Molto. Ho potuto infatti conservare a portata di mano e al sicuro il genotipo di tante piante e animali delle mie campagne, che resisteranno quindi al sicuro anche se dovessero venire a sparire i loro fossati di provenienza. E in verità la cosa mi è piaciuta così tanto che ho replicato l'esperienza, questa volta con una vecchia vasca da bagno... Ma di questo, magari, vi racconterò un'altra volta. 

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