Questa foto mi commuove sempre un pò. È stata scattata verso la fine degli anni '40: mia madre era solo una frugoletta con un vestitino chiaro, seduta sotto le vigne dietro casa, circondata da fiori più grandi di lei. E i fiori che la circondano altro non erano che... margherite! Mamma ricorda ancora con tenerezza quando, un pò più grandicella, tornava sotto le stesse vigne per raccogliere mazzolini di fiori che, come dice, "adesso non ci sono più": fiori che lei non vede da tanti anni, fiori come le orchidee spontanee o i fiordalisi, che crescevano tra il vigneto ed i campi di grano. E anch'io ricordo con nostalgia quando, bambino, trovavo le grandi margherite subito giù dalla carreggiata della campagna, ultime superstiti della flora fiorita che abbelliva la base delle vigne, e già allora relegate ad un esile bordura.
Scomparvero, molto semplicemente, nel nulla, nella nostra indifferenza generale, come qualcosa che si da per scontato e che alla fine proprio per questo ci viene tolto senza clamore. Quando, parlando di questi fiori, chiesi ai miei se secondo loro ce ne fossero ancora in campagna, risposero senza pensarci troppo che sì, quel fiore umile e bellissimo era sempre nelle nostre campagne. Ma quando chiesi loro quando avessero visto l'ultima margherita nei nostri campi, non seppero più rispondere.
Io invece so bene, purtroppo, quando ho visto l'ultima volta quei fiori nelle nostre campagne.
Più di vent'anni fa. Facevo le elementari.
So che magari state pensando che io la stia facendo troppo lunga, per un fiore così comune come la margherita dei campi. Sono assolutamente certo che ci sono strade e campagne in cui esse abbondano ancora, per fortuna, così come abbondano i ranuncoli ed il tarassaco che ne hanno preso il posto sotto le vigne.
Ma la loro mancanza era una nota stonata. Era la bellezza di una campagna coltivata che aveva spazio per la bellezza semplice di queste piante.
Insomma, sarò certo il solito sentimentale, ma ne sentivo la mancanza. E parecchio! Ma non volevo limitarmi ad acquistarne qualche pianta e metterla in campagna... avrei voluto cercare di trovare qualche esemplare dal patrimonio genetico che si avvicinasse, il più possibile, ai fiori della mia infanzia e a quella di mia madre. Così mi guardai attorno, più e più volte, nella speranza di vedere, lungo le strade del mio paese, Camponogara, qualche esemplare.
Il nulla più assoluto. La margherita sembrava completamente scomparsa dalle vigne e dai campi di grano, dai margini delle strade e dalle carreggiate.
Poi un bel giorno, mentre facevo un giro in auto, vidi con la coda dell'occhio una macchia gialla e bianca sulla scarpata di un fossato, in un paese vicino al mio. Mi fermai appena possibile e tornai indietro a controllare: non avrei certo voluto essermi confuso con delle semplici pratoline, magari un pò cresciute. E invece no, era proprio lei, sebbene un pò stentata: la margherita dei campi, il Leucanthemum vulgare.
Questo fiore appartiene alla numerosa famiglia delle Asteracee, e dovrebbe essere ben diffuso e comune in Europa, dal livello del mare fino ai 200 metri d'altitudine. Le foglie, lanceolate e dentellate, hanno corti piccioli (ma solo quelle vicine alla base della pianta); le radici formano un rizoma che può all'occorrenza essere diviso per moltiplicare la pianta. I fiori composti avrebbero, secondo la medicina tradizionale, proprietà antispasmodiche. Ne sono state selezionate pure parecchie cultivar, dai grandi capolini che raggiungono anche gli 8-10 cm di diametro. Ma io rimango ancora affascinato da questi fiori semplici e selvaggi, alti fino a 40-50 cm, con capolini fioriti non più larghi di 4 cm.
Lo so, non è stagione adatta a trapianti un pò bruschi... ma non potevo rischiare di non ritrovare più la pianta, in autunno. E così, dal ciuffo che cresceva lungo il fossato, due pianticelle hanno preso la strada di casa mia. Ora sono coltivate in vaso e monitorate attentamente, per cercare di far sì che attecchiscano nel miglior modo possibile; se i fiori riusciranno ad arrivare a maturazione, ne serberò fin da quest'anno i semi, nella speranza di poter lasciare agli eventuali bimbi che un domani giocheranno sotto le vigne il piacere di cogliere un mazzolino di margherite.
AGGIORNAMENTO (GIUGNO 2009)
Le piantine trapiantate l'anno scorso hanno preso, ma non si sono sviluppate molto bene, e soprattutto non hanno voluto fiorire. In compenso, però, tra aprile e maggio, cercando orchidee selvatiche da fotografare, ho trovato un altro sito (proprio qui a Camponogara, stavolta) in cui crescono le margherite di campo.
Così ho agito in due differenti modi. Da un lato ho preso alcune piante in fioritura, recidendone gli steli e piantando in un vasetto le radici con le rosette basali; dall'altro, ho prelevato una zolla di terra con delle piante fiorite, che sono poi finite in un vaso molto capiente assieme ad un'altra zolla mista di caglio zolfino e trifoglio rosso.
A distanza di poco più di un mese, le prime pianticelle trapiantate, quelle cui avevo tagliato i fiori, hanno dato vita ad una florida esplosione di nuovi virgulti (FOTO 1), che stanno crescendo benissimo e di cui uno ha già addirittura fiorito! Certo, il fiore è piccolo e lo stelo corto, ma è un ottimo inizio! Questo gruppo di piante lo porterò in campagna, alla fine della carreggiata, dove c'è un angolino che sembra fatto apposta per loro. Ci sono anche delle piantine di caglio zolfino, insieme, ottenute da suddivisione dei rizomi... formeranno una bellissima macchia di colore, l'estate prossima!!
Per quel che riguarda invece il vaso più grande, ho atteso che le piante sfiorissero, e che maturassero i semi. In pratica, quando i petali bianchi iniziano a seccare, il "bottone" centrale giallo inizia a gonfiarsi e a scurirsi leggermente. A questo punto scoprirete che esso è formato da tanti semini oblunghi con attaccata una sottile lamina gialla. basterà raccoglierli e seminarli in un vaso con terriccio mantenuto leggermente umido, senza ricorprirli di terra, e lasciarli in una postazione luminosa ma non sotto la luce diretta del sole. In capo a due settimane inizieranno a nascere le nuove piantine (FOTO 2), e non appena le foglioline inizieranno a farsi seghettate potrete con attenzione trapiantarle a dimora nel prato in giardino. Io le porterò in campagna, lungo il fossato, certo, ma soprattutto sotto le vigne...
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Per saperne di più:
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1 commenti:
Non so cosa mia sia preso, ma quando ho visto la foto di tua madre mi stavo per mettere a piangere. Vabbé che sono un tipo emotivo, ma non capisco proprio perché mi sia successo. :)
Sono tornato in gamba come sempre. ;)
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