Per un avicoltore la scelta dei riproduttori è il momento più delicato dell'anno, perché influenzerà tutto il lavoro dei 12 mesi successivi. Ma ancor più decisiva è la scelta del gallo, perché in una specie poligamica come il pollo ogni maschio andrà a fecondare anche fino a 10 femmine. Diventa importante dunque cercare di fare la scelta migliore fin da subito, o per lo meno la meno peggio.
Ecco, io a quest'ultima opzione sono ormai abbonato da anni: regolarmente tutti i soggetti migliori e più promettenti muoiono prima di entrare in riproduzione. Che sia un predatore o una malattia, un infarto o un incidente, potete scommettere che io mi troverò a lavorare quasi sempre con le mie seconde scelte. E anche quest'anno è andata - in parte - così.
Il gallo migliore tra i nati del 2020 era un soggetto bianco, con una testa superba, cresta bellissima, barba folta, mantello candido. Unica pecca, la pelle bianca e tarsi ardesia. Ma a questo avrei potuto rimediare perché in eterozigosi, nel suo patrimonio genetico, erano nascosti pelle gialla e tarsi verdi.
Beh, è morto. Da un giorno all'altro, all'improvviso, senza sintomi.
Andato.
Ho deciso quindi di valutare tra le possibili seconde scelte chi potesse essere il predestinato, e ho scelto lui, il soggetto della foto. Quello che mi ha fatto propendere per lui è stata la taglia: alto più dei fratelli nati prima di lui, è quello rimasto più indietro con lo sviluppo. Ovverosia, rispetto agli altri maturerà più tardi, ma diventerà - speranzosamente - più grosso e pesante.
Il ciuffo non posso dire mi piaccia: troppo aperto, sparpagliato, ma devo dargli tempo: le penne stanno ancora finendo di crescere. In compenso ha una barba e dei favoriti magnifici, e gli orecchioni sono candidi.
La cresta a cornetti è molto piccola, ma sembra regolare e perfetta: poiché quest'anno uno dei miei goal sarà quello di fare selezione proprio sulle creste, questa caratteristica me lo rende prezioso. Preferisco di solito galli con corna più sviluppate, ma mettendolo con le femmine giusto dovrebbe darmi animali di aspetto quasi luciferino.
La pelle è gialla, i tarsi verdi ma purtroppo troppo chiari. Pazienza, anche qui mi affiderò alle femmine che gli saranno compagne.
Io cerco sempre però, nei galli, un carattere selvatico e vitale, la capacità di vivere fuori e di sopportare i rigori della brutta stagione.
E lui, al momento, sembra cavarsela bene. Quando lo guardo correre, mi ricorda un Velociraptor, il collo proteso in avanti, la coda ancora incompleta rilevata, al vento, l'occhio feroce fisso davanti a sé.
Ecco, l'occhio.
Sto cercando di fissare gli occhi arancio come da standard nei miei animali.
Ma soprattutto, l'occhio di un gallo di Polverara dev'essere feroce e fiero. E per ora, questo giovane gallo sembra esserlo, entrambe le cose.
E questo lo rende per me di certo un degno candidato, alla fine, al ruolo di sultano del suo harem, come lo avrebbe chiamato a fine ottocento il buon vecchio Italo Mazzon.
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