@ Olio di fegato di merluzzo (Gadus morhua): oltre ad esser stato l'incubo di generazioni di bambini, questa sostanza è ricchissima di vitamina A, vitamina D (che aiuta a fissare il calcio nelle ossa) e di acidi grassi omega 3. Ottimo tonificante, può essere somministrato una o due volte al mese ai polli durante la muta o in inverno, mescolandone un cucchiaio per chilo di pastone alimentare.
E' USCITO "IL POLLAIO PER TUTTI", IL NUOVO LIBRO DI ANDREA MANGONI!
Passeggiare tra le viuzzole dell'Orto Botanico di Padova, il più antico orto botanico universitario ancora esistente, è come fare un piccolo viaggio nello spazio e nel tempo. Essenze esotiche si affiancano a umili pianticelle autoctone, fiori sgargianti baluginano tra grovigli di spine, grappoli di bacche dai colori inverosimili si affiancano a statue antiche. Camminare nel nucleo centrale, passando dalle vecchie porte, e ritrovarsi tra aiuole fiorite e vasche dalla perfetta geometria è come tornare nel vecchio hortus conclusus di un monastero medievale. Gruppi di piante aromatiche, ninfee, piante da frutto, tutti disposti in rigide simmetrie, si rifugiano sotto l'egida del vecchio albero di gingko, che in autunno somiglia ad una cascata di ventagli dorati, o sotto quella dell'imponente palma di Goethe; la rotonda nascosta tra tassi e bambù sembra una piccola stanza verde, pronta a d accogliere una coppia di sposi, e nelle serre delicati ficus ed imponenti monstere costruiscono pareti enormi e palpitanti di vita. Metto qui qualche immagine scattata lo scorso mese tra i suoi viali; merita assolutamente una visita anche in stagioni, come l'autunno e l'inverno, che certo non brillano per l'abbondanza di fioriture e rigogliosità. Per ogni informazione, questo è il sito dell'Orto Botanico.
Galline di Bionda Piemontese - tipo Alessandria. Allevatore e fotografo: Emilio Briganti.
Piove. Fuori il vento soffia privo di qualunque simpatia, e l'angolo più attraente della casa è quello di fronte alla stufa che scoppietta. La danza delle fiammelle attraverso il vetro è quasi ipnotica, e fa desiderare solo di essere giganteschi ghiri con nient'altro da fare che appallottolarsi di fronte al fuoco e ronfare sonoramente.
Sfoglio le pagine dei blog che preferisco, e capitando in quello bellissimo di Nicola mi ritrovo a pensare che anche per me l'autunno è da sempre momento di riflessione, pace e progetti per il futuro.
Quest'anno ho colpevolmente trascurato la mia campagna, ma tra laurea, matrimonio e l'attuale trasloco... direi che è naturale. In fondo il tempo in più è stato assorbito dal pollaio, che mi ha dato il mio bel da fare... ma questa è un'altra storia. Sono contento però di tutta una serie di piccole cose, tra cui la fioritura di un'Orchis tridentata - bellissima! - e la fruttificazione del corbezzolo; la giovane farnia è cresciuta tantissimo, sarà alta quasi due metri, mentre il salice cenerino ha avuto un vero e proprio exploit. Nei prossimi mesi sulla riva vedrò di piantare un'olmo campestre (Ulmus minor), un'ontano nero (Alnus glutinosa) e qualche altro cespuglio... tra cui probabilmente il pallon di maggio preso quest'estate lungo un fossato.
Orto e giardino: un'altro anno negativo per le piante carnivore, che hanno risentito tantissimo del troppo caldo. Le rose taleate hanno preso tutte (o quasi) abbastanza bene, e pure le margherite hanno attecchito. La carissima Marina mi ha inviato delle piantine di balsamita, che stanno mostrando tutta la loro bellezza. Ah!! già pregusto deliziose frittatine!! Devo trovare un modo per taleare efficacemente l'erba luigia del nonno di mia moglie, prima che la sua casa venga venduta... E' una pianta così bella!! In aprile semineremo poi i semi delle zucche ornamentali che ci ha regalato l'amico Renato... e magari finalmente dedicherò la famosa gombina al "metodo Fukuoka".
In pollaio l'anno è stato un'altalena di emozioni positive e negative. La gioia dei primi nati, la delusione per le tre covate di tacchini andate a male (ma quest'anno si cambia il maschio!!), l'onore di aver ricevuto il vecchio ceppo delle Polverara di Rossetto, il dispiacere di vedere tanti esemplari morire per motivi davvero stupidi, le speranze legate agli ultimi pulcini dell'anno... Nei prossimi mesi, di lavori da fare ce ne saranno molti. Innanzitutto, dovrò costruire un nuovo recinto, per gestire al meglio le riproduzioni di diversi soggetti; sebbene l'avessi progettato diversamente, all'inizio, ora mi sto orientando sempre più su un recinto quadrato, di metri 5x5; il pollaio annesso sarebbe di metri 2x2 di base, così da poter ospitare in tranquillità almeno 6-8 animali. Il recinto avrà al suo interno qualche cespuglio (ribes, forse, e salice bianco) ed una vigna, con cui fare un pergolato per il sole; dovrebbe essere chiuso anche superiormente con rete antipassero, per evitare intrusioni e fughe dall'alto. Ho in ballo poi un altro progetto... più ambizioso. Ma di questo ve ne parlerò a tempo debito. Mi piacerebbe allevare qualche esemplare di Italiana comune, scelto tra qualcuno dei vari ceppi locali che ho individuato... ma lo spazio è tiranno, e già adesso tra tutte le mie razze mi trovo con almeno due galli di troppo che non posso - e non voglio - cedere. Insomma, tanto lavoro da fare...
Il ciocco di legna continua a bruciare. La luce calda illumina un piccolo quadrato di pavimento, davanti alla finestrella della stufa. Vorrei solo riposare un altro po'... qui di... fronte... al fuo...
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Aggiornamento: come mi è stato fatto notare, il termine gombina è tipicamente veneto e merita spiegazione migliore. Usando le parole di Paul:
Gombina: Lembo di terreno di forma regolare e ben delimitata, riservato alla coltivazione di un solo tipo di vegetale.
Un amico mi ha scritto, poco tempo fa, chiedendomi spiegazioni sul perchè io non voglia considerare gli esemplari di Italiana comune locale, attualmente in vendita, come esemplari di razze autoctone italiane. Avevo sperato di esser stato chiaro, ma visto che così non è, non mi resta che portare qualche esempio. Così, nel corso delle prossime settimane proporrò testi ed immagini che possano spiegare il mio punto di vista, e cioè il fatto che gli animali attualmente in vendita come Italiana comune locale, più noti col nome di Italiener, sono assai distanti per dimensioni, portamento, taglia e forma da quelli che avevano popolato i nostri pollai fino agli inizi del XX secolo e che prendevano il nome di Italiana comune. Il primo di questi documenti è rappresentato da un articolo, proposto dal dott. Squadroni al prof. Ghigi alla fine degli anni '30 del secolo scorso, da cui si può fare un pò di chiarezza sulla somiglianza tra l'Italiana comune vera e la Livorno, e sulla fine di alcune razze autoctone padovane.
Come vedrete, nel documento in questione il dott. Squadroni deprecava l'allevamento di alcune razze (Padovana Pesante, Padovana Gigante, Boffa) tacciandole di essere nient'altro che ibridi di scarso valore; nel contempo esaltava le caratteristiche della Padovana comune, ceppo autoctono dell'Italiana. Peccato che le razze in questione fossero ben documentate, anche fotograficamente, alcune da un cinquantennio abbondante; e peccato pure che proprio il Pollaio Provinciale da lui presieduto avesse in allevamento alcune di quelle razze dileggiate, di cui teneva alcuni gruppi. Perchè un simile comportamento?
Il Pollaio Provinciale era obbligato, da una legge del 1926, a selezionare il pollame locale; ma i gruppi di queste razze, degenerati a causa della consanguineità, erano causa più di problemi che di soddisfazioni, oramai. Squadroni desiderava introdurre l'allevamento della Livornese, pollo virtualmente identico alla Italiana comune, e per dedicare risorse e spazio a questi remunerativi animali non si dovette far altro che far passare Pesante Padovana e Boffa per semplici meticci, così da giustificarne l'abbandono dell'allevamento.
Nel contempo, però, se da un lato queste razze vennero ad essere condannate, dall'altro nella sua documentazione Squadroni inserisce una descrizione della Padovana comune che calza molto bene anche alla Livornese. Si potrebbe obiettare che tale descrizione avrebbe potuto essere costruita ad hoc per far accettare le Livorno più facilmente, ma in realtà essa appare sostanzialmente uguale a quella stilata da autori che non condividevano minimamente le idee di Squadroni, e tale uniformità di vedute su questo argomento da parte di scrittori per altri versi ideologicamente distanti non può che avvallarne in maniera concreta l'autenticità.
A presto e buona lettura!
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