Giovane maschio di Polverara tortora. Allevatrice D. O., foto A. Mangoni. |
Pochi giorni fa ho avuto la fortuna di far visita a una cara amica allevatrice di Polverara, razze che seleziona da molti anni con ottimi risultati. Ad un tratto, mentre osservavo un gruppo di giovani Polverara bianche, l'occhio mi è caduto su un esemplare dalla livrea differente. Appena più scuro, con una livrea che virava quasi al marrone-grigiastro, e penne ben delineate con tinte marroni sul groppone e sul collo. Era un giovane galletto dai tarsi verde oliva, che sfoggiava inequivocabilmente le caratteristiche di una vecchia e oramai data per scomparsa colorazione nota in passato per la Polverara: la colorazione tortora, oggi conosciuta come caki.
Tracce di questa colorazione nella Polverara sembrano essere davvero antiche. In un quadro di Vincenzo Campi realizzato attorno al 1580 si notano in un angolo due galli appesi, entrambi con caratteristiche facilmente riconducibili all'antica Polverara. Uno dei due sembra essere bianco, mentre l'altro mostra una livrea tortora.
In seguito in un vecchio catalogo della ditta Lyon dato alle stampe nel 1893 si legge che tra le livree la Polverara può annoverare anche la colorazione tortora. Dopo questa citazione occorrerà veder passare un secolo prima di ritrovare questa caratteristica nella Polverara.
Dobbiamo infatti arrivare alla fine del XX secolo, quando
Tracce di questa colorazione nella Polverara sembrano essere davvero antiche. In un quadro di Vincenzo Campi realizzato attorno al 1580 si notano in un angolo due galli appesi, entrambi con caratteristiche facilmente riconducibili all'antica Polverara. Uno dei due sembra essere bianco, mentre l'altro mostra una livrea tortora.
Particolare del quadro "La Pollivendola" di Vincenzo Campi. |
In seguito in un vecchio catalogo della ditta Lyon dato alle stampe nel 1893 si legge che tra le livree la Polverara può annoverare anche la colorazione tortora. Dopo questa citazione occorrerà veder passare un secolo prima di ritrovare questa caratteristica nella Polverara.
Dobbiamo infatti arrivare alla fine del XX secolo, quando