Un guizzo nero e lucido tra l'erba, attira la mia attenzione, e faccio appena a tempo a d allungare la mano prima che sia troppo tardi: riesco a catturare il giovane biacco (Hierophis viridiflavus) a pochi centimetri dal recinto delle galline. Se fosse entrato, i polli gli avrebbero riservato una morte veloce e dolorosa, e da predatore il serpentello si sarebbe trasformato in preda. Sono felice di essermi accorto in tempo di lui e di averlo salvato, perché il biacco è uno degli animali più utili per l'orto e il pollaio: buona parte della sua dieta è costituita infatti da roditori e la sua efficacia nel predare topolini e giovani ratti, così nocivi per le verdure e pericolosi per gli avicoli, è proverbiale.
In Italia è chiamato comunemente milord o carbonasso, nome quest'ultimo legato soprattutto alla sottospecie carbonarius, caratterizzata (come il mio esemplare) da una livrea quasi totalmente nera con pochi disegni bianchi. I giovani del biacco sono invece caratterizzati da una livrea grigia con la testa nera e gialla, con una livrea che ricorda molto le giovani bisce d'acqua del genere Natrix. Quando in settembre nascono dalle uova deposte a luglio dalle femmine, i giovani biacchi si rifugiano frequentemente nei dintorni delle case e finiscono per essere preda dei gatti e dei cani. È un peccato, anche perché come tutti i rettili italiani il biacco è una specie protetta.
Intanto il mio piccolo amico è scampato alla morte - almeno per ora! - e potrà continuare a cacciare nella mia campagna indisturbato, speriamo a lungo.
LIBRI CONSIGLIATI
* *
0 commenti:
Posta un commento