I ragni ci accompagnano da sempre. Non c'è virtualmente una sola casa che non ne abbia ospitato almeno uno, eppure raramente la loro presenza viene apprezzata appieno. È un peccato, perché sono eccezionali predatori di un'infinità di piccoli invertebrati nocivi. E la varietà di tecniche di caccia evolute in centinaia di milioni di anni da questi aracnidi è veramente incredibile. Alcuni ragni, ad esempio, non tessono ragnatela ma cacciano all'agguato e inseguendo direttamente le prede, che poi catturano balzando loro addosso con salti prodigiosi. Si tratta dei salticidi, che si possono incontrare sui muri delle case nella bella stagione, come questo bell'esemplare di Philaeus chrysops, che con gli enormi occhi stava cacciando mosche sul terrazzo di casa mia. Alcuni ragni invece realizzano tele di grandi dimensioni, regolari, tese tra le piante e le rocce a intercettare ogni insetto che vi voli in mezzo. Il ragno, come in questo caso una femmina di Argiope bruennichi, si precipita sulla preda e la avvolge con fili di seta resistenti, avviluppandola strettamente prima di mettere in azione i cheliceri con cui inietterà il veleno e ne suggerà poi i liquidi vitali.
Non sempre, poi, le tele sono regolari e ben visibili. Molti ragni tessono tele che somigliano superficialmente a un ammasso di fili poco coordinato, ma ovviamente non è che un'impressione: si tratta infatti di trappole letali per numerosi animali, non solo insetti ma anche, a volte, piccoli vertebrati. È il caso di questa Parasteatoda, che in un angolo dell'ingresso della mia palazzina ha catturato una piccola lucertola muraiola (Podarcis muralis), riuscendo a immobilizzarla e a nutrirsene senza particolari problemi. Se pensate che questi animali sono presenti sulla terra da 300 milioni di anni, capirete che senz'altro meritano più considerazione di quella che di solito riserviamo loro, tra un urlo spaventato e una ciabattata.
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