Il Prof. Carlo Lodovico Fracanzani, nel suo amato studio. Foto Andrea Mangoni. |
Se ne è andato piano come il battito lieve delle ali di una farfalla, due settimane fa. Il 22 gennaio il Professor Carlo Lodovico Fracanzani, ultima memoria storica dell'Avicoltura italiana, ci ha lasciati così, passando dal sonno alla morte, in punta di piedi. Aveva da poco compiuto 90 anni.
Nelle mie ricerche storiche sulle razze avicole del padovano, mi era stato impossibile ignorare il nome del prof. Carlo Lodovico Fracanzani. Aveva lavorato presso il Pollaio Provinciale di Padova, poi presso l'Osservatorio Avicolo "Ugo Meloni", e alla chiusura di questo continuò ad insegnare anche all'Istituto San Benedetto da Norcia che sorse al suo posto, divenendo tramite reale e concretissimo tra il passato dell'Avicoltura padovana ed il futuro della stessa.
Aveva intessuto negli anni fitte relazioni internazionali, anche con l'allora URSS, ricevendo numerosi riconoscimenti per il proprio operato a Padova come a Foggia e a Novisibirsk. Aveva potuto conoscere personaggi del calibro di Ghigi, Taibell, Mazzon, Squadroni, persone che, nel bene e nel male, avevano segnato la storia dell'Avicoltura Italiana e quella di molte razze venete. I suoi studi sull'allevamento in batteria delle faraone erano stati pioneristici, ed aveva goduto in maniera particolare del favore di tanti studiosi, tra cui ad esempio Alessandro Ghigi.
A proposito di quest'ultimo, un'aneddoto curioso vuole che Ghigi, il giorno della sua morte, abbia chiamato il prof. Fracanzani chiedendogli di portargli a Bologna alcune faraone azzurre, perché lui nel proprio allevamento non ne aveva più. Era in quei giorni noto che il professor Ghigi stava morendo e che avrebbe potuto andarsene in qualunque momento, ciononostante il prof. Fracanzani prese una coppia di faraone che in verità proprio azzurre non erano (avevano infatti alcuni difetti, ma non ce n'erano di migliori all'epoca), si mise in viaggio e raggiunse Ghigi a Bologna. Quest'ultimo al vedere le faraone lo rimbrottò bonariamente: "Ma queste non sono azzurre! Così le avevo anch'io". Questo racconto dice molto della tempra di Ghigi, che sarebbe morto di lì a qualche ora, e della generosità di Fracanzani, pronto ad accorrere nonostante tutto.
Un altro aneddoto curioso che da un certo punto di vista riguarda sempre il Ghigi è il seguente. Ad una mostra di avicoltura nel padovano l'allevatore Bruno Rossetto espose dei polli nani ciuffati dai colori particolarmente brillanti. Il prof. Fracanzani era al settimo cielo: "Le ciuffine Ghigi! Pensavo che la razza fosse estinta! E invece eccole qua!" Bruno Rossetto invece ne smorzò gli entusiasmi: "No, queste sono le ciuffine di Rossetto! Le ho ottenute io incrociando Padovana Gran Ciuffo e Sebright!"
Il prof. Fracanzani nutriva un sincero amore per l'Avicoltura e un grande attaccamento per una razza in particolare: la Padovana Gran Ciuffo.
Lo zio del prof. Fracanzani, Gianantonio Fracanzani, aveva fatto una tesina su questa particolare razza avicola e l'aveva lungamente allevata. Carlo Lodovico ricordava ancora benissimo come, da bambino, andasse a nutrire le Padovane dello zio (acquistate dall'allevatore Salmaso) con le crisalidi bollite dei "cavalieri", i bachi da seta. E quell'esperienza dovette lasciargli un segno, perché per tutta la vita continuò ad amare la razza ciuffata e anzi fu grazie al suo operato che i ceppi italiani di quest'ultima non si estinsero in Italia ma riuscirono a sopravvivere ai periodi generali dell'abbandono e della negligenza in cui erano cadute molte razze italiane.
Altra razza cui aveva dedicato la propria attenzione il prof. Fracanzani era la Polverara, che negli anni '70, per riuscire a salvare dall'estinzione, affidò ad alcuni allevatori padovani (tra cui Pincerato Luigi). Il ceppo da lui salvaguardato era quello di Salmaso, allevatore di Mira (VE), che ufficialmente derivava da incroci ciuffati raccolti nelle campagne di Polverara ma che secondo il prof. Fracanzani derivava invece da incroci tra Padovana Gran Ciuffo (di cui Salmaso era uno dei maggiori allevatori locali) e galline di razza Italiana Comune. Anche questo era uno dei mille piccoli segreti della storia dell'Avicoltura italiana di cui Fracanzani era uno degli ultimi depositari, e che non trovarono mai spazio nella letteratura ufficiale. Il professore era in effetti un vero e proprio libro di storia vivente a cui si rivolgevano tanti appassionati in cerca di informazioni e notizie.
Io per primo.
L'ho potuto incontrare di persona pochissime volte, ma sostenemmo numerose conversazioni telefoniche. La prima volta che mi invitò ad andarlo a trovare, nella sua bella casa vicino alla Basilica di S. Antonio, ero in compagnia del dott. Bettini, altro appassionato. Lì, nella penombra dello studiolo da lui tanto amato, il prof. Fracanzani mi parlava raccontandomi storie, rispondendo ad infinite domande, ascoltando le mie spiegazioni e quanto avevo da dirgli. Aveva un'innato senso dell'umorismo, sottilmente english, che lo portava ad inframmezzare le sue nozioni con battute ed aforismi. A volte era evidente che dovesse conoscere già l'argomento di cui gli parlavo, ma in virtù della sua cortesia non lo dava mai a vedere.
Nel parco della villa, che si ergeva abbracciata da un bel glicine e da un'imponente Rosa banksiae lutea, scorrazzavano felici molti piccoli polli nani ciuffati, incroci tra Olandesi e Padovane nane, e alcune anatre corritrici indiane. Attraverso le finestre dello studiolo si vedevano i vasi di piante ornamentali arricchire il poggiolo, e la grande finestra illuminava la sua scrivania. Dal cassetto di quest'ultima il professore tirava fuori articoli, riviste, libri che servivano per soddisfare la ricerca di nuovi spunti che la nostra conversazione faceva sorgere continuamente.
Con un certo orgoglio e molto divertimento conservava in particolar modo una foto di sè, piccino, mentre nutriva dei pavoni, ed una rivista di avicoltura stampata esattamente il giorno della sua nascita. E' così che lo ricordo, nella fresca penombra del salotto e dello studio, attorniato dai libri e dalle eteree figure degli altri grandi dell'Avicoltura italiana che l'avevano preceduto e che alla fine, segnato da alcuni mesi di stanchezza nonostante il vivissimo intelletto, ha potuto certo ritrovare dopo quell'ultimo sonno ristoratore.
Un enorme GRAZIE, prof. Fracanzani, per tutto ciò che mi ha insegnato. Buon viaggio!
Un grande grazie va ad Antonio Bertin ed Alessio Zanon per avermi raccontato alcuni aneddoti sul prof. Fracanzani, nostro comune amico. Come ultimo omaggio al professore, ho raccolto alcuni suoi articoli apparsi nel bollettino di Pro Avibus Nostris a partire dal 1995. Grazie al permesso del prof. Gabriele Baldan dell'ISI "Duca degli Abruzzi", potete scaricare il volume "Appunti di Avicoltura" tramite Lulu.com. Il volume è gratuito e di libero download e viene proposto come omaggio al professor Fracanzani e per divulgare il più possibile le informazioni in esso contenute.
Aveva intessuto negli anni fitte relazioni internazionali, anche con l'allora URSS, ricevendo numerosi riconoscimenti per il proprio operato a Padova come a Foggia e a Novisibirsk. Aveva potuto conoscere personaggi del calibro di Ghigi, Taibell, Mazzon, Squadroni, persone che, nel bene e nel male, avevano segnato la storia dell'Avicoltura Italiana e quella di molte razze venete. I suoi studi sull'allevamento in batteria delle faraone erano stati pioneristici, ed aveva goduto in maniera particolare del favore di tanti studiosi, tra cui ad esempio Alessandro Ghigi.
A proposito di quest'ultimo, un'aneddoto curioso vuole che Ghigi, il giorno della sua morte, abbia chiamato il prof. Fracanzani chiedendogli di portargli a Bologna alcune faraone azzurre, perché lui nel proprio allevamento non ne aveva più. Era in quei giorni noto che il professor Ghigi stava morendo e che avrebbe potuto andarsene in qualunque momento, ciononostante il prof. Fracanzani prese una coppia di faraone che in verità proprio azzurre non erano (avevano infatti alcuni difetti, ma non ce n'erano di migliori all'epoca), si mise in viaggio e raggiunse Ghigi a Bologna. Quest'ultimo al vedere le faraone lo rimbrottò bonariamente: "Ma queste non sono azzurre! Così le avevo anch'io". Questo racconto dice molto della tempra di Ghigi, che sarebbe morto di lì a qualche ora, e della generosità di Fracanzani, pronto ad accorrere nonostante tutto.
Alessandro Ghigi |
Il prof. Fracanzani nutriva un sincero amore per l'Avicoltura e un grande attaccamento per una razza in particolare: la Padovana Gran Ciuffo.
Lo zio del prof. Fracanzani, Gianantonio Fracanzani, aveva fatto una tesina su questa particolare razza avicola e l'aveva lungamente allevata. Carlo Lodovico ricordava ancora benissimo come, da bambino, andasse a nutrire le Padovane dello zio (acquistate dall'allevatore Salmaso) con le crisalidi bollite dei "cavalieri", i bachi da seta. E quell'esperienza dovette lasciargli un segno, perché per tutta la vita continuò ad amare la razza ciuffata e anzi fu grazie al suo operato che i ceppi italiani di quest'ultima non si estinsero in Italia ma riuscirono a sopravvivere ai periodi generali dell'abbandono e della negligenza in cui erano cadute molte razze italiane.
Gli amati polli nani del professore. |
Altra razza cui aveva dedicato la propria attenzione il prof. Fracanzani era la Polverara, che negli anni '70, per riuscire a salvare dall'estinzione, affidò ad alcuni allevatori padovani (tra cui Pincerato Luigi). Il ceppo da lui salvaguardato era quello di Salmaso, allevatore di Mira (VE), che ufficialmente derivava da incroci ciuffati raccolti nelle campagne di Polverara ma che secondo il prof. Fracanzani derivava invece da incroci tra Padovana Gran Ciuffo (di cui Salmaso era uno dei maggiori allevatori locali) e galline di razza Italiana Comune. Anche questo era uno dei mille piccoli segreti della storia dell'Avicoltura italiana di cui Fracanzani era uno degli ultimi depositari, e che non trovarono mai spazio nella letteratura ufficiale. Il professore era in effetti un vero e proprio libro di storia vivente a cui si rivolgevano tanti appassionati in cerca di informazioni e notizie.
Io per primo.
L'ho potuto incontrare di persona pochissime volte, ma sostenemmo numerose conversazioni telefoniche. La prima volta che mi invitò ad andarlo a trovare, nella sua bella casa vicino alla Basilica di S. Antonio, ero in compagnia del dott. Bettini, altro appassionato. Lì, nella penombra dello studiolo da lui tanto amato, il prof. Fracanzani mi parlava raccontandomi storie, rispondendo ad infinite domande, ascoltando le mie spiegazioni e quanto avevo da dirgli. Aveva un'innato senso dell'umorismo, sottilmente english, che lo portava ad inframmezzare le sue nozioni con battute ed aforismi. A volte era evidente che dovesse conoscere già l'argomento di cui gli parlavo, ma in virtù della sua cortesia non lo dava mai a vedere.
Nel parco della villa, che si ergeva abbracciata da un bel glicine e da un'imponente Rosa banksiae lutea, scorrazzavano felici molti piccoli polli nani ciuffati, incroci tra Olandesi e Padovane nane, e alcune anatre corritrici indiane. Attraverso le finestre dello studiolo si vedevano i vasi di piante ornamentali arricchire il poggiolo, e la grande finestra illuminava la sua scrivania. Dal cassetto di quest'ultima il professore tirava fuori articoli, riviste, libri che servivano per soddisfare la ricerca di nuovi spunti che la nostra conversazione faceva sorgere continuamente.
Con un certo orgoglio e molto divertimento conservava in particolar modo una foto di sè, piccino, mentre nutriva dei pavoni, ed una rivista di avicoltura stampata esattamente il giorno della sua nascita. E' così che lo ricordo, nella fresca penombra del salotto e dello studio, attorniato dai libri e dalle eteree figure degli altri grandi dell'Avicoltura italiana che l'avevano preceduto e che alla fine, segnato da alcuni mesi di stanchezza nonostante il vivissimo intelletto, ha potuto certo ritrovare dopo quell'ultimo sonno ristoratore.
Un enorme GRAZIE, prof. Fracanzani, per tutto ciò che mi ha insegnato. Buon viaggio!
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Un grande grazie va ad Antonio Bertin ed Alessio Zanon per avermi raccontato alcuni aneddoti sul prof. Fracanzani, nostro comune amico. Come ultimo omaggio al professore, ho raccolto alcuni suoi articoli apparsi nel bollettino di Pro Avibus Nostris a partire dal 1995. Grazie al permesso del prof. Gabriele Baldan dell'ISI "Duca degli Abruzzi", potete scaricare il volume "Appunti di Avicoltura" tramite Lulu.com. Il volume è gratuito e di libero download e viene proposto come omaggio al professor Fracanzani e per divulgare il più possibile le informazioni in esso contenute.
Buon cammino nella Luce, professor Fracanzani! |
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